10/10/13 – Egitto – L’esercito cerca anche garanzie costituzionali, intanto Morsi va a processo

di AFRICA

 

I militari potrebbero avere la garanzia costituzionale di nominare il ministro della Difesa nel corso dei prossimi due mandate presidenziali. La norma sarebbe al vaglio del comitato incaricato di redigere la nuova legge fondamentale egiziana e sancirebbe, se ce ne fosse bisogno, questa coesistenza di due poteri all’interno dello Stato, chiaramente apparsa in Egitto negli ultimi due anni e di fatto presente negli ultimi decenni.

L’esercito controlla una parte dell’economia egiziana (una parte significativa e variabile a seconda delle stime dal momento che non ci sono dati ufficiali) e i generali, dopo la caduta di Mohamed Morsi, vogliono essere sicuri di non perdere i loro privilegi.

Il ministro della Difesa è sempre stato espressione dell’esercito e controlla in maniera di fatto autonoma una parte del budget governativo. L’esercito dispone comunque di un suo budget e ha interessi che vanno ben al di là di quelli che potrebbero essere gli interessi specifici di qualunque altro esercito al mondo. Gestisce fabbriche, resort turistici, terre e detta le sue regole anche in diversi settori di investimento.

La norma costituzionale che garantirebbe ulteriormente l’esercito è ancora in discussione e, sottolinea il quotidiano Ahram, sta suscitando un acceso dibattito.

Intanto, però, vanno avanti i procedimenti contro l’ex presidente Morsi e contro i Fratelli musulmani. Secondo l’agenzia di stampa egiziana Mena, il processo dovrebbe cominciare il 4 novembre; Morsi siederà tra altri 14 imputati e dovrà rispondere di incitamento all’omicidio per fatti avvenuti nel dicembre del 2012, all’esterno del Palazzo presidenziale. La Corte d’appello del Cairo ha nominato Ahmed Sabry Youssef giudice del processo.* Maria Scaffidi – Atlasweb

 

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