Il leader dell’opposizione ugandese, Kizza Besigye, 69 anni, è detenuto da oltre sei mesi in condizioni “malsane e umilianti”, vive in modo “disumano” in una cella minuscola piena di insetti e in isolamento forzato 24 ore al giorno. È quanto denuncia la moglie di Besigye, Winnie Byanima, attuale direttrice esecutiva di Unaids in Uganda, l’agenzia delle Nazioni unite che combatte l’Aids, in una telefonata con Rfi: “Nella minuscola cella” in cui vive Besigye “c’è un piccolo foro sul tetto, che dovrebbe far entrare un po’ di luce e aria, ma è troppo alto. Non riceve abbastanza luce e aria quando è chiuso lì dentro, cioè per la maggior parte del giorno. Gli è permesso entrare solo in un piccolo cortile, di circa cinque metri per cinque. Le condizioni igieniche sono pessime. Viene attaccato dalle cimici che lo pungono giorno e notte”.
Tutte le comunicazioni, in entrata e uscita, vengono monitorate e sono sottoposte a censura, vive in stretta sorveglianza e non gli è stato ancora mai permesso di interagire con gli altri detenuti, ad eccezione di 15 persone che sono accusate di reati inerenti al terrorismo. Inoltre, denuncia la moglie, “sebbene abbia diritto alla libertà su cauzione, ne abbia fatto richiesta e gli sia stata negata, viene tenuto in queste condizioni malsane e umilianti”.
Prelevato a novembre a Nairobi mentre andava alla presentazione di un libro, l’oppositore ugandese è ricomparso con i ceppi ai polsi in un’aula della Corte marziale di Kampala tre giorni dopo. Il caso è stato poi trasferito ad un tribunale civile a febbraio. Besigye è accusato di tradimento e detenzione illegale di armi da fuoco, accuse che egli nega.