L’avvocata ed editorialista tunisina Sonia Dahmani, che sta già scontando due condanne di 26 mesi di carcere, è stata condannata ieri a due ulteriori anni di carcere. Era sotto processo per dichiarazioni critiche al razzismo contro i migranti nel suo Paese, secondo quanto dichiarato dal suo avvocato. Dahmani era sotto processo ai sensi del Decreto 54 sulle “fake news”.
Sonia Dahmani, 60 anni, oppositrice del presidente tunisino Kais Saied, è stata arrestata l’11 maggio 2024, brutalmente e illegalmente secondo i suoi colleghi, presso la sede dell’Ordine degli Avvocati da agenti di polizia in borghese. È stata condannata ieri per una trasmissione radiofonica in cui criticava l’esistenza di cimiteri e autobus riservati ai neri in alcune regioni della Tunisia.
Dahmani è sottoposta a cinque procedimenti giudiziari relativi a dichiarazioni o pubblicazioni sui media, tutti ai sensi del Decreto 54, criticato dagli attivisti per i diritti umani perché eccessivamente ampio nell’interpretazione. Sta già scontando due condanne a 26 mesi di carcere per aver violato questo decreto, promulgato nel settembre 2022 dal presidente Saied.
È stata condannata a 18 mesi di carcere per aver scherzato in un programma televisivo nel maggio 2024 sulla presunta intenzione dei migranti subsahariani di stabilirsi definitivamente in Tunisia nonostante la grave crisi economica. “Di quale Paese straordinario stiamo parlando?”, aveva risposto a un altro editorialista.
Nel febbraio 2023, Kais Saied ha denunciato l’arrivo di “orde di migranti subsahariani illegali” e un “complotto” per “cambiare la composizione demografica” della Tunisia, una retorica che ha scatenato una violenta campagna anti-migranti nel Paese.