Se le leggi impediranno alle donne islamiche di indossare il velo integrale (Niqab), a quel punto, per evitare discriminazioni, bisognerà anche impedire alle donne cristiane di portare addosso catenine e collane con la croce. È questo – secondo quanto riportato da media egiziani – il discutibile argomento comparativo sostenuto negli ultimi giorni dallo sheikh Ahmed Karima, professore dell’Università sunnita dl al Azhar, per difendere l’uso del Niqab dalla crescente mobilitazione di organizzazioni egiziane che ne chiedono l’abolizione nei luoghi pubblici. A febbraio, tali campagne hanno ottenuto un successo significativo, con la proibizione di indossare il velo integrale imposta a tutte le donne che lavorano nell’Ospedale dell’Università del Cairo.
Secondo lo studioso Karima, conosciuto come esperto di Legge islamica (Sharia), tali campagne sono espressione di una strategia pianificata messa in atto per colpire le tradizioni islamiche del Paese, che rischia di alimentare reazioni estremiste da parte di gruppi islamici radicali. A detta dello sheikh, un eventuale divieto di indossare il velo integrale imposto per legge alle donne islamiche dovrebbe avere come corrispettivo il divieto per le donne cristiane di indossare la croce.
Da settimane lo studioso e altri leader islamici lanciano l’allarme sul dilagare in Egitto di “tendenze secolariste” che a loro giudizio mirano a mettere fuori legge tutto ciò che esprime esteriormente la propria appartenenza all’islam. Lo sheikh Karima ha ribadito che, a suo giudizio, il cosiddetto “rinnovamento del discorso religioso”, auspicato più volte in Egitto anche dal presidente Abdel Fattah al Sisi, non potrà certo condurre all’abolizione di quanto prescritto dalla Sharia, perchè l’Egitto è un “Paese islamico” e “i rituali islamici devono essere rispettati”.
(15/04/2016 Fonte: Fides)
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