di Andrea Spinelli Barrile
La Corte d’appello sudafricana ha riconosciuto una sentenza russa contro Alphabet, società madre di Google, ordinando il rimborso di 10 miliardi di rubli. La decisione segna un passo importante nella cooperazione tra Russia e Sudafrica e potrebbe influenzare i loro rapporti futuri.
La Corte suprema d’appello del Sudafrica ha disposto l’esecuzione di una sentenza del Tribunale arbitrale di Mosca che obbliga Alphabet, società madre di Google, a rimborsare 10 miliardi di rubli (100 milioni di dollari) legati al fallimento di Google Russia. Lo riportano fonti mediatiche russe e sudafricane.
Secondo la decisione del tribunale russo, Alphabet avrebbe trasferito illegalmente all’estero i dividendi della sua filiale russa per evitare di adempiere agli obblighi derivanti da una precedente condanna. Nel 2023, infatti, la Corte arbitrale di Mosca aveva ordinato a Google Russia di risarcire il canale televisivo Spas, emittente religiosa ortodossa, dopo che il suo canale YouTube era stato bloccato nella primavera del 2022. Poco dopo quella sentenza, Google Russia aveva dichiarato bancarotta, sostenendo di non poter più operare nel Paese a causa delle sanzioni e del blocco dei conti bancari. Tuttavia, il curatore fallimentare della divisione russa ha chiesto ai tribunali stranieri di far riconoscere e applicare la decisione di Mosca, sostenendo che Alphabet avesse trasferito 9,5 miliardi di rubli di dividendi e 500 milioni di rubli di imposte in violazione della legge.

Il tribunale sudafricano è il primo al di fuori della Russia ad accogliere questa richiesta. Ha ordinato il sequestro dei beni della filiale locale di Google e l’avvio delle procedure per il recupero dei fondi. Secondo le fonti giudiziarie, l’ordine di esecuzione è già stato trasmesso agli ufficiali giudiziari.
Richieste simili di riconoscimento della sentenza russa sono state presentate in una dozzina di altre giurisdizioni in Africa, Asia ed Europa. La decisione sudafricana potrebbe ora accelerare l’esame di altri procedimenti pendenti, tra cui un’azione separata intentata in Sudafrica dal canale Spas contro Google per il blocco del proprio canale YouTube.
Si tratta, di fatto, del primo caso extra-russo nel contenzioso che oppone Mosca a Google: numerose emittenti russe hanno citato in giudizio la piattaforma per le restrizioni imposte ai loro contenuti dopo l’invasione dell’Ucraina. Le multe complessive richieste in Russia ammonterebbero, secondo stime locali, a cifre astronomiche, nell’ordine dei decilioni di rubli — valori che superano di gran lunga il Pil mondiale stimato dal Fondo monetario internazionale.


