Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha annunciato la sospensione immediata del ministro della Polizia, Senzo Mchunu, dopo la diffusione di gravi accuse che lo collegherebbero a reti di criminalità organizzata. Nel suo discorso televisivo in diretta alla nazione, Ramaphosa ha anche reso noto l’avvio di una commissione giudiziaria d’inchiesta per far luce sui fatti, giudicati “una minaccia alla sicurezza nazionale e una violazione della Costituzione”. Fino alla conclusione delle indagini, la guida ad interim del ministero sarà affidata al giurista Firoz Cachalia, docente di diritto e figura di spicco nell’ambito della riforma della giustizia.
Le accuse a carico di Mchunu, 67 anni e figura influente all’interno dell’African National Congress (Anc), riguardano presunte interferenze in indagini su omicidi politici e casi di corruzione all’interno delle forze dell’ordine. Le rivelazioni sono state rese pubbliche la scorsa settimana dal comandante della polizia della provincia di KwaZulu-Natal, Nhlanhla Mkhwanazi, che ha puntato il dito contro la decisione del ministro di sciogliere un’unità speciale creata nel 2018 per indagare su una lunga serie di omicidi politici.
Secondo il generale Mkhwanazi, il gruppo investigativo era vicino a identificare legami tra esponenti politici, alti ufficiali di polizia e uomini d’affari collegati a un cartello del narcotraffico. Lo smantellamento della task force, ha dichiarato, sarebbe stato “orchestrato” per insabbiare queste connessioni. Inoltre, sarebbero stati rimossi senza autorizzazione 121 fascicoli d’indagine, cinque dei quali già pronti per l’emissione di mandati di arresto.
Il generale ha inoltre accusato Mchunu di aver ricevuto sostegno finanziario per la propria carriera politica da parte di Vusimuzi Matlala, imprenditore con precedenti penali e coinvolto in un controverso contratto con la polizia, poi annullato dopo il suo arresto per tentato omicidio. Mkhwanazi ha diffuso presunti messaggi e prove di pagamento a sostegno delle sue affermazioni. In una nota, Mchunu ha negato ogni illecito e si è detto pronto a collaborare pienamente con le indagini: “Accolgo con rispetto la decisione del presidente e ribadisco il mio impegno verso il processo. Onore e integrità sono i valori a cui mi ispiro”, ha dichiarato.
Ramaphosa, sotto crescente pressione pubblica per reagire rapidamente al caso, ha assicurato che la commissione guidata dal vice presidente della Corte suprema esaminerà tutte le accuse, coinvolgendo anche funzionari di polizia attuali e passati, oltre a membri dell’esecutivo nazionale.