Una scoperta inaspettata sulle alture innevate del Kilimangiaro sta sorprendendo il mondo scientifico. Alla fine di giugno, un gruppo di guide locali ha avvistato una Amietia wittei – una rana di fiume – a oltre 4.000 metri di altitudine, un record assoluto per questa specie fino a oggi conosciuta solo a quote inferiori. Lo hanno riferito nei giorni scorsi i protagonisti della spedizione, che stavano inizialmente cercando un uccello alpino.
Come riferisce Radio France Internationale (RfI), il ritrovamento è avvenuto sul plateau di Shira, nei pressi del memoriale Scott Fischer, a 3.870 metri di quota. “Stavamo cercando il souimanga a houppette rouge, un uccellino simile a un colibrì. Invece, abbiamo visto saltare una rana nell’acqua gelata. Non potevamo crederci”, ha raccontato Dmitry Andriishuk, cofondatore dell’agenzia Altezza Travel, citato da Rfi.
Dopo ore di osservazione in condizioni estreme, il team ha identificato diversi adulti e decine di girini nel ruscello glaciale. Per verificarne l’identità, le immagini sono state inviate al professor Alan Channing, esperto sudafricano di anfibi, che ha confermato: si tratta proprio di Amietia wittei, una specie diffusa su vari altopiani dell’Africa orientale ma mai osservata a simili altitudini.
Secondo Channing, la specie potrebbe essere una sopravvissuta dell’era glaciale, capace di vivere in acque gelide anche parzialmente ghiacciate. “Il loro metabolismo rallenta in modo estremo, ed è così che riescono a sopravvivere”, ha spiegato il ricercatore.
La scoperta, oltre a rivelare il potenziale ancora inespresso della biodiversità alpina africana, solleva preoccupazioni sul cambiamento climatico, notano alcuni osservatori. Queste rane, infatti, sembrano risalire di quota alla ricerca di habitat più freddi, ma rischiano presto di non avere più spazi dove rifugiarsi. In monti come Elgon o Aberdare, dove vivono altre specie del genere Amietia, la vetta è già occupata: se il riscaldamento prosegue, molte popolazioni potrebbero non avere via di fuga.
Da Rfi si apprende che un team di ricerca tornerà ora sul Kilimangiaro per una spedizione scientifica di 45 giorni con l’obiettivo di studiare comportamento, habitat e distribuzione della rana. “Non stavamo nemmeno cercando anfibi, ma abbiamo fatto una scoperta straordinaria. Immaginate cosa potrebbero trovare i ricercatori specializzati”, ha concluso Andriishuk. “Il Kilimangiaro ha ancora molto da raccontare”.