Scontro sulla Gerd, Egitto e Sudan avvertono: “La sicurezza idrica non si divide”

di claudia
Gerd Nilo azzurro

Egitto e Sudan hanno ribadito il rifiuto di qualsiasi misura unilaterale riguardante la Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd), costruita dall’Etiopia sul Nilo Azzurro, sottolineando che la sicurezza idrica dei due Paesi “è unica e indivisibile”.

La posizione comune è stata espressa ieri a Il Cairo in occasione di una riunione nell’ambito del meccanismo di consultazione “2+2”, che ha visto la partecipazione del ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty e del ministro delle Risorse idriche Hani Sweilem, insieme al ministro di Stato sudanese per gli Esteri e la Cooperazione internazionale Omer Siddiq e al ministro dell’Agricoltura e dell’Irrigazione Ismat Qureshi, secondo quanto si legge in un comunicato congiunto diffuso dopo l’incontro.

Le delegazioni hanno ribadito la necessità di garantire la sicurezza idrica come Paesi a valle del Nilo, richiamando il rispetto del quadro giuridico che regola il fiume, del diritto internazionale e dell’Accordo sulle acque del Nilo del 1959. Entrambe le parti hanno sottolineato che la questione della Gerd resta un dossier che riguarda esclusivamente Egitto, Sudan ed Etiopia, respingendo qualsiasi tentativo di coinvolgere altri Stati del bacino.

I ministri hanno inoltre fatto appello ad Addis Abeba affinché riveda le proprie politiche e ristabilisca la cooperazione all’interno dell’iniziativa dei Paesi del bacino del Nilo, sottolineando la volontà di rafforzare il coordinamento bilaterale e la cooperazione con gli altri Stati membri dell’iniziativa.

Da anni Il Cairo e Khartoum esprimono timori per la propria quota d’acqua a seguito della costruzione della diga, mentre i negoziati trilaterali non hanno finora portato a un accordo vincolante sulle regole di riempimento e gestione dell’impianto.

Durante l’incontro, le delegazioni hanno anche riaffermato l’impegno a rafforzare le relazioni storiche tra i due Paesi e a proseguire la consultazione congiunta per preservare l’unità e l’integrità territoriale del Sudan, impegnandosi a sostenere gli sforzi per il ritorno alla stabilità.

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