Felix Tshisekedi ha vinto le elezioni presidenziali nella Rd Congo. Per il figlio dello storico oppositore Etienne Tshisekedi è la consacrazione, ma è anche una vittoria all’ombra del padre. È difficile infatti dissociare la carriera di Felix da quella di suo padre, principale figura dell’opposizione al generale Mobutu Sese Seko, poi al clan Kabila. È stato Etienne a fondare nel 1982 l’Udps, partito che, negli anni, si è via via strutturato e che Felix «ha ereditato» dopo la morte del padre nel febbraio 2017.
Segretario nazionale dell’Udps, responsabile per l’esterno, Felix si è trovato a 55 anni a capo del partito dopo un congresso piuttosto tempestoso. I quadri della sua formazione politica hanno più volte contestato la sua legittimità, definendolo «un figlio di papà». Ricordando che ha trascorso la maggior parte della sua vita in Belgio, dove vive da più di trent’anni, piuttosto che in Congo. Ma il legame di sangue è anche stato la sua forza e ad esso deve la sua popolarità.
Alla fine dei negoziati che si sono tenuti a Ginevra lo scorso novembre, gli era stato preferito Martin Fayulu come leader unico dell’opposizione. Ma il giorno successivo si è dissociato e ha confermato che si sarebbe candidato per conto suo. Ha quindi siglato un’alleanza senza precedenti con Vital Kamerhe, che è poi stato in prima linea per tutta la durata della campagna e a cui è stato promesso il posto di primo ministro. Felix è considerato più conciliante di suo padre. Dopo la vittoria, ha parlato poco. Ha solo reso omaggio a Joseph Kabila dicendo che «lo considera un partner politico e non un nemico». Si prepara una collaborazione tra i due?
