di Andrea Spinelli Barrile
Nei giorni scorsi a Ouagadougou è stato inaugurato lo stadio 4 agosto, a conclusione dei lavori di rinnovo per i quali era rimasto chiuso quattro anni. Presentato al pubblico come un pezzo della memoria nazionale, il nuovo stadio è stato accolto da alcune stelle del calcio presenti per la giornata, come Samuel Eto’o, Emmanuel Adebayor, Jay-Jay Okocha, Rigobert Song e El Hadj Diouf, scesi in campo per una partita amichevole.
Erano tante le vecchie glorie del calcio africano accorse il 4 agosto alla corte di Ibrahim Traoré, ufficiale e presidente del Burkina Faso che giorni fa ha inaugurato lo stadio 4 agosto di Ouagadougou, che era stato chiuso per lavori di rinnovo. Sugli spalti, accanto a Traoré, c’erano stelle del calcio come Samuel Eto’o, Emmanuel Adebayor, Jay-Jay Okocha, Rigobert Song e El Hadj Diouf, che sono anche scesi in campo per una partita amichevole.
“Prima di tutto, vogliamo ringraziarvi per averci accolto a casa vostra” ha detto rivolgendosi ai media e a Traoré Samuel Eto’o, portavoce di questa delegazione di vecchie stelle del calcio africano, che la mattina di lunedì è stata ricevuta in udienza ufficiale da Traoré. Sempre Eto’o ha definito il capo di stato militare del Burkina Faso “motivo di orgoglio per l’Africa che amiamo”, un attestato di stima che mediaticamente si inserisce in un contesto di gradimento e di successo enorme, un capitale politico che Traoré può sicuramente vantare in tutto il continente africano e tra la diaspora. “Dobbiamo tornare” ha detto Eto’o citato da un comunicato ufficiale della presidenza burkinabé, “perché il Burkina Faso fa parte dell’Africa e, come potete vedere, tutte queste leggende hanno portato tanti sorrisi in questo continente. Ci sentiamo a casa ovunque nel nostro continente”.
Giocata sotto lo sguardo di Traoré e del primo ministro Jean Emmanuel Oedraogo, oltre che di mezzo governo, la partita (due tempi da 20 minuti ciascuno) ha visto queste vecchie glorie del calcio sfidare una squadra delle Forze di difesa e sicurezza del Burkina Faso, match conclusosi in pareggio sull’1 a 1 (gol di Eto’o). Ancora nel secondo tempo, le Forze di difesa e sicurezza stavano perdendo ed hanno ottenuto un rigore sul finale ma l’hanno fallito, pareggiando però al novantesimo.
L’intera giornata di martedì è stata celebrativa della riapertura dello stadio 4 agosto: dopo un forte acquazzone mattutino sono iniziate le celebrazioni con una gara di corsa, performance artistiche, la presentazione delle nuove maglie degli Stalloni, la nazionale di calcio burkinabé, e i lanci con il paracadute di dieci parà burkinabé, tra cui (sottolineano i media locali) c’era anche una donna, che hanno saltato da 2.500 metri atterrando al centro del campo di calcio.

Il ministro dello sport burkinabé Roland Somda, che dopo aver partecipato come atleta alla gara di corsa è anche intervenuto con un discorso all’evento, ha ricordato che lo stadio era stato chiuso quattro anni fa e che dopo i lavori di ammodernamento potrebbe anche ricevere la certificazione internazionale Fifa. Lo stadio, inoltre, è stato presentato al pubblico come un pezzo della memoria nazionale: “Inaugurato il 18 luglio 1984, nella dinamica rivoluzionaria guidata dal compagno presidente, il capitano Thomas Isidore Noel Sankara, porta in sé una data fondante: quella della nostra sovranità assunta, della nostra lotta per la dignità e della nostra aspirazione a costruire una nazione libera, giusta e prospera” ha detto il ministro, ricordando che proprio il 4 agosto si celebra il giorno dell’Indipendenza dall’ex-colone francese.
Lo stadio, prima dei lavori, aveva una capienza inferiore ai 30.000 posti e ospitava le partite della squadra della capitale burkinabé, l’Etoile Filante de Ouagadougou. I lavori hanno comportato la completa ristrutturazione del campo, delle tribune, degli spogliatoi, dei servizi igienici, delle vie di accesso, dell’illuminazione, dell’impianto audio e del sistema di sicurezza: secondo il ministro Somda, lo stadio è stato modernizzato secondo gli standard internazionali, con attrezzature durevoli ed è ora pronto a ospitare competizioni continentali e di livello mondiale. La prima partita di calcio che ospiterà il nuovo stadio si terrà il 9 settembre e vedrà gli Stalloni fronteggiare i Faraoni d’Egitto.

Il ministro Somda ha fatto da portavoce alla retorica della giunta militare burkinabé, ricordando i tratti di “resilienza e sovranità riconquistata” da parte del Paese e dei suoi abitanti, facendo promesse sul “ripristino della reputazione sportiva del Burkina Faso”, sottolineando: “come in tutti gli altri settori di sviluppo strategico”. Il calcio, sì, ma anche tutto il resto: in tal senso, la giornata di celebrazioni è stata una declinazione tutta africana del motto latino panem et circenses, con parecchia demagogia e molta retorica che però, sotto al sole pomeridiano di Ouagadougou, sembra effettivamente aver funzionato, riempiendo di entusiasmo i cuori delle persone che erano presenti allo stadio e che sugli spalti formavano una gigantesca bandiera burkinabé, rossa e verde con la stella gialla al centro.

Eppure, soltanto il giorno prima, il ministero della Difesa aveva diffuso i dati aggiornati sull’andamento del conflitto contro i gruppi jihadisti: oggi il governo militare controlla il 72% del territorio nazionale, tre punti percentuali in più rispetto a dicembre, un dato che la giunta ha raccontato come “un successo” ma che ne nasconde un altro, ovvero che poco meno del 30% del territorio burkinabé è ancora in mano ai gruppi armati. Il Sahel, teatro di una guerra civile che va avanti da 10 anni, con centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati, è un tasto dolente da raccontare.
Tuttavia, il 4 agosto a Ouagadougou non c’è stato spazio per il dolore ma solo per lo sport e le celebrazioni, per le prove muscolari dei parà e i gesti tecnici di un gruppo di vecchi arnesi del calcio africano, un po’ arrugginiti ma visibilmente contenti di poter mettere la loro immagine al servizio del capo di Stato più giovane del mondo, Ibrahim Traoré. Un capo di stato che in Africa (non solo occidentale) è oggi famoso e apprezzato, soprattutto dal pubblico più giovane (che non manca in un continente dove l’età media è 20 anni), almeno quanto lo era lo stesso Samuel Eto’o, oggi 44enne e presidente della Federcalcio del Camerun. Quell’Eto’o ritenuto, non a torto, il più forte giocatore di calcio africano di tutti i tempi.
Fonte foto: Facebook Présidence du Faso



