Nel Sudan dilaniato dalla guerra, il generale Hemedti ha giurato come capo del governo parallelo

di claudia
Hemedti

Il generale Mohamed Dagalo, detto Hemedti, comandante delle Forze di supporto rapido (Rsf), ha giurato sabato come capo del governo parallelo con sede in Darfur, in una mossa simbolica ma significativa che alimenta i timori di una possibile partizione del Sudan, notano alcuni media locali nel riportare la notizia.

La cerimonia si è svolta a Nyala, una delle principali città del Darfur occidentale, oggi de facto capitale delle Rsf. Secondo il gruppo paramilitare, Dagalo ha prestato giuramento davanti al giudice Ramadan Shimila, capo della magistratura. Nello stesso giorno sono stati nominati anche 13 membri di un consiglio presidenziale, tra cui otto governatori provinciali, alcuni con giurisdizione su aree sotto controllo dell’esercito regolare.

Inoltre, ieri, lo stesso Consiglio presidenziale ha tenuto la sua prima riunione ufficiale a Nyala sotto la presidenza di Hemedti. Nel corso dell’incontro, Mohamed Hassan Osman al-Taishi è stato nominato primo ministro tramite decreto costituzionale, e ha giurato davanti al presidente del Consiglio e al capo della magistratura.

Sudan Tribune precisa che alla riunione, a cui ha preso parte anche il vicepresidente del Consiglio Abdel Aziz al-Hilu, sono stati discussi i dossier prioritari della fase costitutiva: condizioni di vita della popolazione, servizi di base, sicurezza, stabilità e situazione umanitaria. In una dichiarazione alla stampa, al-Hilu ha spiegato che il Consiglio ha esaminato la roadmap per l’attività presidenziale e le strategie per completare le strutture di governo e affrontare le sfide politiche ed economiche del Paese. Subito dopo, Dagalo e al-Hilu hanno compiuto una visita nel mercato di Nyala per incontrare direttamente i cittadini.

Il conflitto tra esercito e Rsf, esploso nell’aprile 2023, ha provocato decine di migliaia di morti, oltre 13 milioni di sfollati e una crisi umanitaria che ha lasciato la metà della popolazione – circa 50 milioni di persone – in condizione di insicurezza alimentare.

Nonostante il controllo della maggior parte del Darfur, le Rsf combattono ancora per la città di Al Fasher, assediata da maggio 2024, dove centinaia di civili sono stati uccisi e la popolazione sopravvive nutrendosi di mangimi per animali. Secondo lo Yale Humanitarian Lab, immagini satellitari mostrano che le Rsf hanno eretto barriere fisiche intorno alla città per impedire ai civili di fuggire.

L’esercito sudanese ha ripreso Khartoum e le regioni centrali ed orientali, insediando un governo militare con sede a Port Sudan sul Mar Rosso. Entrambe le parti sono accusate di crimini di guerra: le Rsf di pulizia etnica in Darfur, l’esercito di bombardamenti indiscriminati e uccisioni extragiudiziali.

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