di Valentina Giulia Milani
Sei persone sono state uccise in un attacco di miliziani islamisti contro la città di Mocímboa da Praia, nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, in Mozambico. Si tratta del primo assalto alla capitale distrettuale dopo anni di relativa calma, in seguito alla liberazione dell’area da parte delle forze ruandesi nel 2021. In Cabo Delgado, la guerra non si è mai interrotta.
È tornata la paura a Mocímboa da Praia, città costiera e capitale del distretto omonimo nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico. Nella notte tra domenica e lunedì sei civili sono stati uccisi in quello che è il primo attacco diretto dentro la capitale distrettuale da tre anni, ossia dall’agosto 2021, quando la città fu riconquistata da un’operazione congiunta delle Forze di difesa del Mozambico (Fadm) e del contingente militare ruandese. Nel resto della provincia di Cabo Delgado, invece, la violenza jihadista non si è mai interrotta e gli insorti hanno continuato a colpire regolarmente villaggi, postazioni militari e comunità rurali.
Secondo quanto riportato dal notiziario di Mozambique Times, gli aggressori hanno colpito nella tarda serata di domenica, con sparatorie iniziate verso le 23.00 e proseguite fino alle prime ore di lunedì. Alcuni residenti hanno raccontato di aver udito “due raffiche intense di colpi d’arma da fuoco”, che hanno costretto famiglie intere a fuggire nella boscaglia.
Mocímboa da Praia, porto strategico a sud della zona del progetto di gas di Afungi, è stata una delle città simbolo dell’insurrezione: attaccata per la prima volta nell’ottobre 2017, subì ulteriori assalti nel 2020 e rimase sotto controllo jihadista per circa un anno, fino all’intervento congiunto delle forze mozambicane e ruandesi nell’agosto 2021. Da allora la città era rimasta sotto presidio, con una relativa calma durata tre anni.
Gli insorti attivi a Cabo Delgado sono conosciuti localmente come al-Shabab (da non confondere con l’omonimo gruppo somalo) e dal 2019 hanno giurato fedeltà allo Stato islamico, che li riconosce come “Provincia dello Stato islamico in Mozambico” (Islamic State Mozambique o Iscap). Secondo studi dell’Institute for Security Studies (Iss) e del progetto Cabo Ligado, si tratta di milizie nate dall’unione di predicatori radicali, giovani disoccupati e contrabbandieri locali. Le motivazioni dell’insurrezione affondano sia nell’estremismo religioso sia nel profondo malcontento verso lo Stato, accusato di corruzione e di escludere le comunità locali dai benefici dei ricchi giacimenti di gas, rubini e legname di Cabo Delgado.
Al di fuori del capoluogo distrettuale, il conflitto non si è mai fermato. Secondo i dati raccolti da Acled e Cabo Ligado, tra luglio e agosto 2025 si è registrata una recrudescenza degli attacchi in vari distretti della provincia, con operazioni armate che hanno colpito villaggi e rotte commerciali strategiche.

Il quadro umanitario resta drammatico. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) stima che Cabo Delgado concentri la maggioranza degli sfollati interni del Mozambico, con nuove ondate di violenza e disastri climatici che alimentano spostamenti forzati. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha segnalato ad agosto 2025 decine di migliaia di nuovi sfollati solo tra fine luglio e inizio agosto.
Sul piano della sicurezza, il ritiro nel 2024 della missione Samim della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) ha lasciato la provincia sotto la responsabilità delle Forze armate del Mozambico, affiancate dai contingenti ruandesi. L’ISS sottolinea tuttavia che corruzione, violenze contro i civili e capacità militari insufficienti continuano a compromettere gli sforzi di stabilizzazione.
Le conseguenze economiche sono pesanti. Il progetto di gas naturale liquefatto (Lng) di Afungi, nell’Area 1, è sospeso dal 2021 dopo l’occupazione di Palma. La compagnia francese TotalEnergies ha annunciato che il riavvio dipenderà dalla trasformazione del sito in una base fortificata con accesso limitato via mare e aria. Testate come 360 Mozambique e Club of Mozambique riferiscono che sono in corso trattative con le autorità, ma la persistente insicurezza nell’hinterland rimane un ostacolo cruciale.
L’attacco dentro Mocímboa da Praia segna la fine di tre anni di relativa calma in città, ma conferma che in Cabo Delgado la guerra non si è mai interrotta.



