Madagascar: stupro su minore, uomo condannato a castrazione chirurgica

di claudia
udienza

Un uomo di 24 anni è stato condannato alla castrazione chirurgica e ai lavori forzati a vita dalla Corte criminale ordinaria (Cco) di Antananarivo, in Mdagascar. Il tribunale lo ha riconosciuto colpevole di stupro e tentato omicidio su una bambina di sei anni, in un caso che ha scosso profondamente l’opinione pubblica del Paese.

Lo riferisce Radio France Internationale (Rfi) ricordando che i fatti risalgono a marzo 2024, quando l’uomo, noto con il soprannome di “Da-Willy”, dipendente di una linea di taxi collettivi, attirò la vittima nella propria abitazione a Imerintsiatosika, una cittadina a circa 30 chilometri dalla capitale. Lì la piccola fu picchiata, violentata, strangolata e bruciata con mozziconi di sigaretta.

La sentenza rappresenta un precedente nella giustizia malgascia: è la prima volta che viene applicata una pena di castrazione chirurgica, introdotta recentemente nell’ordinamento e confermata dalla Haute Cour Constitutionnelle (Hcc), la massima autorità giudiziaria del Paese, nota Rfi. L’intervento sarà eseguito da medici incaricati dal ministero della Salute, anche se non è stata ancora fissata una data per l’operazione.

Una fonte del ministero della Giustizia citata dall’amittente francese ha definito il verdetto “senza pietà” e ha espresso la speranza che possa avere un effetto deterrente in un contesto segnato da un crescente allarme sociale per le violenze sessuali sui minori.

Il caso di Da-Willy, ampiamente seguito dai media locali, è diventato simbolo del “flagello” degli abusi contro i minori, come definito dalle stesse autorità, e ha rafforzato il dibattito sulla legittimità della castrazione come pena. Tuttavia, la misura continua a sollevare forti critiche. Parte del personale medico ha già dichiarato il proprio rifiuto a eseguire operazioni di questo tipo, nota Rfi. Anche la Chiesa cattolica malgascia, in un comunicato del maggio 2024, ha definito la castrazione un atto di “tortura”.

La sentenza non risulta al momento soggetta a ricorso, rendendo il condannato uno dei primi uomini nel Paese a essere sottoposto a tale trattamento.

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