“Libertà per Faith Zaba”: Amnesty denuncia la repressione dei media indipendenti in Zimbabwe

di claudia
Faith Zaba

Amnesty International ha condannato con fermezza l’arresto e la detenzione della giornalista zimbabwiana, Faith Zaba, direttrice del settimanale Zimbabwe Independent, accusata di aver “insultato o minato l’autorità” del presidente Emmerson Mnangagwa. In una dichiarazione, l’organizzazione ha chiesto l’immediato rilascio della reporter e l’abbandono di ogni accusa nei suoi confronti.

“Faith Zaba è stata arrestata semplicemente per aver svolto il proprio lavoro. Il giornalismo non è un crimine”, ha affermato Khanyo Farisè, ricercatrice senior per l’Africa orientale e australe di Amnesty International. E ha aggiunto: “Questo arresto rappresenta un attacco alla libertà di espressione e alla libertà di stampa, sancite dalla Costituzione”.

Zaba è stata fermata il 1° luglio nella capitale Harare in relazione a un articolo satirico pubblicato nella rubrica Muckraker del suo giornale. Secondo quanto riferito dal suo avvocato Chris Mhike, l’udienza per la richiesta di libertà su cauzione è stata rinviata al oggi, in attesa della valutazione del suo stato di salute.

L’organizzazione per i diritti umani ha ricordato che l’arresto di Zaba si inserisce in una più ampia strategia repressiva contro la stampa indipendente in Zimbabwe. Nei mesi scorsi, anche il giornalista Blessed Mhlanga, responsabile delle notizie per Hstv (parte del gruppo editoriale Alpha Media House, lo stesso dello Zimbabwe Independent), era stato detenuto arbitrariamente per 72 giorni in attesa di processo.

“Le autorità stanno abusando del sistema giudiziario penale per mettere a tacere le voci indipendenti e diffondere un clima di paura”, ha dichiarato Amnesty, sottolineando che questi episodi rappresentano una minaccia grave alla libertà dei media e al diritto dei cittadini all’informazione.

L’organizzazione ha infine chiesto al governo zimbabwese di porre fine alle restrizioni crescenti allo spazio civico e di garantire a tutti il pieno esercizio dei diritti umani fondamentali.

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