Le voci musicali delle “seconde generazioni” da tenere d’occhio

di claudia

Nell’ondata di attenzione per gli artisti di seconda generazione che ultimamente ha travolto la scena globale, la musica italiana del 2021 ha tenuto il passo di altri Paesi europei. Siamo abituati a seguire la diaspora culturale d’oltralpe, soprattutto di Francia e Inghilterra che sono storicamente più abituate di noi a una società multietnica. Ma le barriere dei confini geografici (e mentali) si stanno assottigliando anche da queste parti. Merito anche dei tanto bistrattati social: spesso sono gli stessi artisti a fare rete tra loro, si cercano sui profili, innescano collaborazioni e featuring.

Di Mariarosa PorcelliNuoveRadici.world

Quale miglior modo per riaffermare ancora e con più convinzione che le identità sono molteplici e che dal loro incontro può nascere un futuro migliore, in questo caso già corredato di colonna sonora? Ecco due tra i nomi che stanno rappresentando al meglio questo fermento di contaminazioni: la voce femminile e la voce maschile da tenere d’occhio nel 2022 nella musica italiana.

David Blank, personalità work in progress

In campo musicale, David Blank è uno degli artisti più internazionali e versatili che l’Italia possa vantare. Cantante, testimonial di moda, ballerino, una personalità in continuo work in progress. Nato in un paesino nelle Marche da genitori nigeriani, ha fatto i bagagli a 16 anni, destinazione Londra. Ora è tornato in patria con base a Milano, nel quartiere di Porta Venezia, ma in realtà non è mai fermo, come mostrano i suoi social che lo ritraggono a una prima a New York o in uno shooting in Costa Azzurra. Ma Blank sa bene che la vita non è fatta solo di foto patinate. Ha raccontato in una diretta Instagram, in pieno clima di rivendicazioni del post George Floyd, di essere stato fermato e trattenuto a lungo dalla polizia a Milano, per i soliti controlli di documenti e permesso di soggiorno. Soliti per chi non ha la pelle bianca. Per uscirne, ha dovuto giocarsi la carta della collaborazione come corista con Laura Pausini.

Nel giugno 2021 è stato tra i protagonisti del Pride Month nelle celebrazioni organizzate da Apple Music nel progetto dedicato al mondo della musica Più forti insieme. Con il pezzo I’m here, prodotto da ilromantico e in collaborazione con Fluidostudio, David Blank ha lanciato un messaggio potente legato alla comunità LGBTQ+ , che ruota attorno all’idea di spogliarsi delle proprie insicurezze per affermare senza paure la propria identità.

Il rap conscious di Epoque

La voce femminile dell’afrobeats nella musica italiana è lei, Janine Tshela Nzua in arte Epoque, italocongolese nata a Torino che si muove nella scia del rap conscious dei suoi colleghi d’oltralpe. E l’afrobeats è proprio la sonorità della diaspora in Europa degli ultimi vent’anni, che in Italia si sta affermando solo recentemente. Epoque ha già fatto parecchia strada da quando l’avevamo intervistata nell’estate del 2020 e ci aveva raccontato, tra le altre cose, dell’infanzia trascorsa ascoltando Papa Wemba e Koffi Olomide e del ruolo controverso delle donne nel rap.

Ora è al suo terzo singolo con la Universal, Obligé, pubblicato a dicembre 2021 con il featuring di un giovane artista afroitaliano e torinese come lei (ma di origini senegalesi), Axell. La canzone è ispirata al movimento Black Lives Matter e all’uccisione di George Floyd, un tema che Epoque non aveva ancora affrontato nei suoi testi.

Nel pezzo l’italiano si mescola al francese, come spesso si sente fare nelle sue canzoni, dove a volte interviene anche il lingala, la lingua congolese legata alle sue radici e alla famiglia.

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