La Mauritania snodo cruciale nelle sfide migratorie

di claudia

di Céline Camoin

Un rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni mette in luce il ruolo centrale della Mauritania nelle dinamiche migratorie dell’Africa occidentale, tra sfide urgenti e richieste di un maggiore sostegno internazionale.

Il ruolo centrale della Mauritania nelle dinamiche migratorie dell’Africa occidentale viene corroborato da un rapporto pubblicato nell’agosto 2025 dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), in collaborazione con l’Agenzia nazionale di statistica e analisi demografica ed economica (Ansade), di cui da notizia il giornale mauritano Le Calame.

Lo studio, si legge, fornisce un profilo dettagliato dei migranti nel Paese e mette in luce le problematiche connesse nelle città di Nouadhibou e di Selibaby. Condotta tra il 1° e il 22 maggio 2025, l’indagine ha interessato tre città strategiche: Nouakchott, Nouadhibou e Selibaby. Ha identificato 4.003 migranti suddivisi in 1.227 gruppi.

Il profilo tipico emerso è stato quello di un giovane uomo: il 79% degli intervistati era di sesso maschile, la maggior parte dei quali di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Le nazionalità più rappresentate sono, in primo luogo il Mali (47%), seguito dal Senegal (35%), Costa d’Avorio (5%), e Guinea (3%). Queste cifre riflettono l’impatto della crisi economica e di sicurezza nella regione del Sahel, nonché l’attrattiva della Mauritania come punto di transito o insediamento.

Seconda città più grande del Paese e importante porto atlantico, Nouadhibou ospita una parte dei flussi migratori. Sebbene molti migranti vi trovino lavoro nella pesca, nel commercio o nell’edilizia, la città rimane principalmente percepita come un punto di partenza per l’Europa, in particolare per le Isole Canarie.

Le partenze via mare, sebbene rischiose, continuano regolarmente. Le autorità, con il supporto dell’Unione Europea e dell’Oim, stanno rafforzando le misure di controllo delle frontiere e sviluppando al contempo programmi di assistenza umanitaria. Nonostante questi sforzi, la pressione migratoria rimane elevata.

All’altro capo del Paese, Selibaby, capoluogo della regione di Guidimakha, funge da porta d’accesso dal Mali e dal Senegal. I migranti spesso si stabiliscono qui temporaneamente, lavorando nell’agricoltura, nel commercio locale o nei servizi, prima di proseguire per Nouakchott o Nouadhibou. Questa massiccia presenza, tuttavia, mette a dura prova le infrastrutture locali. I centri sanitari e i servizi educativi sono regolarmente sovraffollati e le opportunità di lavoro formale rimangono limitate. Le autorità locali chiedono un maggiore sostegno internazionale per affrontare al meglio questa realtà.

Il rapporto dell’Oim evidenzia che la Mauritania si trova ad affrontare una doppia sfida: garantire l’integrazione dei migranti che scelgono di stabilirsi definitivamente, garantendo loro protezione e accesso all’occupazione. Regolamentare i flussi di transito verso l’Europa, in particolare da Nouadhibou, per ridurre i rischi associati alle partenze irregolari.

Sono già in corso diversi programmi di formazione professionale e di sostegno economico, ma rimangono insufficienti data l’entità degli arrivi. Situata tra il Sahel e il Maghreb, la Mauritania è diventata un attore chiave nella gestione delle migrazioni in Africa occidentale. Attraverso Nouadhibou e Selibaby, il Paese illustra la complessità di una sfida che combina questioni umanitarie, economiche e di sicurezza, riporta Le Calame.

Per Nouakchott e i suoi partner, l’equilibrio da trovare è delicato: coniugare un’accoglienza dignitosa, un’integrazione sostenibile e un controllo efficace dei flussi.

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