di Britney Ackerman ed Enrico Casale
Miti e curiosità dello struzzo, tra i più iconici animali selvatici d’Africa. Lo struzzo non è solo un simbolo della fauna africana, ma un uccello dalle straordinarie capacità di adattamento, con un ruolo chiave negli ecosistemi e per l’economia umana. Tuttavia il suo futuro in alcune regioni è a rischio.
Lo struzzo africano (Struthio camelus) non è solo l’uccello più grande e veloce del mondo, ma anche una delle creature più iconiche della fauna del continente. Con la sua statura imponente, le lunghe zampe adattate alla corsa e la sorprendente resistenza alle condizioni estreme, lo struzzo ha sempre affascinato l’uomo, diventando protagonista di miti, commerci e programmi di conservazione. Oggi, mentre viene riscoperta la sua importanza ecologica, le sfide legate alla sopravvivenza della specie si fanno sempre più pressanti. Lo struzzo può raggiungere i 2,7 metri di altezza e un peso di 150 chilogrammi. Sebbene le sue ali non gli permettano di volare, sono essenziali per l’equilibrio durante la corsa e la comunicazione visiva tra gli individui. Capace di raggiungere i 70 chilometri orari, lo struzzo è un vero sprinter, in grado di coprire fino a cinque metri con un solo passo. La sua straordinaria velocità lo rende quasi imbattibile nei terreni aperti delle savane e dei deserti africani. Nessun altro bipede può competere con questo gigante, il cui sprint è paragonabile a quello di un cavallo da corsa.

Un’altra caratteristica unica è rappresentata dai suoi occhi, i più grandi tra gli animali terrestri, con un diametro di circa cinque centimetri. Grazie a una vista eccezionale e al lungo collo che funge da periscopio naturale, lo struzzo è in grado di individuare predatori a grande distanza, anticipando eventuali attacchi. La leggenda secondo cui lo struzzo nasconderebbe la testa sotto la sabbia è infondata: in realtà, se minacciato, può accucciarsi al suolo per mimetizzarsi o, quando necessario, sferrare poderosi calci in grado di uccidere persino un leone. Sebbene si nutra principalmente di piante, semi e frutti, lo struzzo può mangiare anche insetti, piccoli vertebrati e persino sabbia e sassi, che lo aiutano a digerire il cibo. Gli struzzi vivono spesso in gruppi sociali guidati da una femmina dominante.
Durante la stagione riproduttiva, i maschi si affrontano in duelli spettacolari, mettendo in mostra danze elaborate e colpi d’ala per conquistare le compagne. Il maschio vincente costruisce un nido comune, una semplice buca scavata nella sabbia, dove più femmine depongono le loro uova, le più grandi del regno animale, che possono pesare anche più di un chilo e mezzo, l’equivalente di circa 24 uova di gallina. L’incubazione è un compito condiviso: le femmine covano di giorno, sfruttando il loro piumaggio mimetico, mentre i maschi prendono il turno di notte, garantendo maggior protezione dai predatori.

Il difficile rapporto con l’uomo
Lo struzzo ha da sempre affascinato le civiltà umane. Nell’Antico Egitto, le sue piume simboleggiavano giustizia e purezza ed erano utilizzate nei riti religiosi. I Romani ne apprezzavano le carni, mentre nel Medioevo le sue uova venivano conservate nelle chiese come simboli di resurrezione. Con l’epoca coloniale e l’industrializzazione, lo struzzo è diventato una risorsa economica. Il boom della moda ottocentesca, con il crescente utilizzo di piume per cappelli e abiti, ha dato impulso agli allevamenti, specialmente in Sudafrica, che oggi è il primo produttore mondiale di carne, pelle e uova di struzzo. La sua pelle è considerata un materiale di lusso per borse e scarpe, mentre la carne, magra e ricca di proteine, ha trovato spazio nei mercati della gastronomia salutistica.
Nonostante la capacità di adattarsi agli ambienti più aridi, lo struzzo africano sta affrontando minacce sempre più gravi. La caccia, la perdita di habitat e il bracconaggio hanno portato al declino delle popolazioni selvatiche. La sottospecie nordafricana (Struthio camelus camelus), un tempo diffusa dal Marocco al Sudan, è ormai in pericolo critico, con pochissimi esemplari rimasti in natura. Diverse iniziative di conservazione stanno cercando di invertire la tendenza. In Namibia e Sudafrica, riserve private e parchi nazionali proteggono gli struzzi selvatici, mentre in Tunisia e Marocco si stanno portando avanti programmi di reintroduzione. L’ecoturismo gioca un ruolo sempre più importante nella loro salvaguardia: osservare gli struzzi nei loro habitat naturali non solo sensibilizza i visitatori, ma crea anche opportunità economiche per le comunità locali, che pertanto sono meno invogliate a spalleggiare il bracconaggio. Oltre alla conservazione delle popolazioni selvatiche, l’allevamento dello struzzo sta guadagnando popolarità come alternativa sostenibile nell’industria alimentare e della moda. La carne di struzzo, a basso contenuto di grassi e colesterolo, è sempre più richiesta in Europa e Nord America.

Sfida tra Sudafrica e Nigeria
Il Sudafrica ospita la più alta concentrazione di allevamenti di struzzi al mondo, producendo circa il 70% dei prodotti legati a questo animale. Al centro di questa industria c’è Oudtshoorn, città della Provincia del Capo Occidentale, considerata la capitale mondiale dello struzzo. Qui, gli allevamenti tecnologicamente avanzati gestiscono un settore in costante crescita, anche se non privo di rischi. «L’allevamento di struzzi», spiegano i responsabili della South African Ostrich Business Chamber, associazione che riunisce gli operatori del settore, «è un’industria che richiede grandi capitali. Un pulcino di una settimana costa in media tra i 50 e gli 80 euro, mentre un esemplare più grande può raggiungere i 100-200. Una femmina di particolare pregio può arrivare a valere anche a 500».
Dagli struzzi si ricavano numerosi prodotti. Il principale è la carne, visivamente simile al filetto di bovino ma con un sapore delicato e un leggero retrogusto dolce che ricorda la carne di cavallo. Viene commercializzata sia fresca sia sotto forma di filetti, carne essiccata o salsicce. Anche le uova, che pesano tra 1,2 e 1,7 chili, trovano ampio utilizzo: in cucina, per la preparazione di pasta fresca e dolci, e in ambito decorativo, grazie alla loro superficie bianca e lucida. Altrettanto apprezzate sono le pelli e le piume, che trovano un ampio impiego nella produzione di borse, scarpe e portafogli di lusso. Negli ultimi anni, il Sudafrica ha iniziato a sentire la concorrenza della Nigeria, dove il governo sta incentivando investimenti nel settore per conquistare una fetta di questo mercato in espansione. «Il Sudafrica», spiegano gli analisti economici, «rimarrà il leader mondiale nell’allevamento di struzzi, ma la sua quota sulla produzione globale è destinata a diminuire nel prossimo decennio».
Questo articolo è uscito sul numero 3/2025 della rivista Africa. Clicca qui per acquistare una copia.



