E’ in corso a Kinshasa l’operazione denominata Likofi (pugno in lingala), lanciata dalla polizia per “sconfiggere il fenomeno dei banditi di strada”, i “kulunas” in lingua locale, considerato da tempo un’emergenza per la sicurezza della capitale. Avviato il 15 novembre, l’intervento si protrarrà fino al prossimo febbraio ma sono già emersi dubbi e critiche. Da due settimane abitanti di più quartieri della capitale riferiscono che “gli agenti uccidono i banditi di notte”.
Pur riconoscendo che Likofi è “una buona iniziativa per porre fine al fenomeno che ha già causato tanta desolazione”, le principali organizzazioni locali dei diritti umani hanno sottolineato che “le esecuzioni sommarie e extragiudiziarie…sono inaccettabili”. La Rete nazionale delle ong dei diritti umani del Congo (Renadhoc) ha insistito sul fatto che “la vita è sacra” e che “lo Stato non può sopprimere vite umane in violazione della Costituzione”.
Fonti della polizia hanno respinto le accuse, assicurando che “la nostra missione è quella di garantire la sicurezza delle popolazioni e non quella di ledere alla vita delle persone”. All’emittente locale Radio Okapi il portavoce del commissario generale di polizia di Kinshasa, il colonnello Pierrot-Rombaut Mwanamputu ha però riconosciuto che “nell’ambito dell’operazione si possono creare situazioni fuori controllo e danni collaterali”. Secondo la stessa fonte, il bilancio è già “molto positivo” e “in città la calma è già stata ristabilita”.
I kulunas sono per lo più giovani organizzati in bande che attaccano i passanti con armi da taglio per derubarli per strada, a costo di ferirli gravemente. Di frequente queste gang sono in lotta tra di loro, causando altre violenze e vittime. – Misna