Tentativo di colpo di stato in corso nel Benin

di claudia

Di Stefano Pancera

Il Benin si è svegliato questa mattina domenica 7 dicembre 2025 nel caos di un tentativo insurrezionale in pieno svolgimento. Uomini armati in uniforme hanno cercato di assaltare la residenza presidenziale e sono riusciti a occupare temporaneamente gli studi della radiotelevisione nazionale ORTB, utilizzandola per diffondere i loro proclami.

Secondo le informazioni diffuse dai principali media internazionali, a capo del nuovo organismo si troverebbe il tenente colonnello Pascal Tigri, comandante delle Forze Speciali – un’unità che dipende dalla Guardia Nazionale guidata dal colonnello Faizou Gomina. I golpisti avrebbero ricevuto appoggio da “elementi esterni” legati ad ambienti mercenari.

Resta invece da documentare in modo più preciso la dinamica completa degli scontri o eventuali attacchi diretti alla residenza presidenziale, elementi di cui parlano alcune fonti locali ma che non sono ancora confermati in dettaglio da osservatori indipendenti.

Attraverso la tv nazionale, gli insorti hanno annunciato contestualmente la sospensione della Carta costituzionale e la chiusura totale delle frontiere terrestri e dello spazio aereo del paese.

Le ragioni addotte dai golpisti per giustificare l’azione riguardano critiche alla conduzione politica del presidente Talon.

Al momento i militari continuano a occupare la sede della televisione nazionale.

Una fonte dell’entourage presidenziale sostiene che la situazione è sotto controllo e che il capo dello Stato Patrice Talon non correrebbe pericoli.

Il presidente Patrice Talon, alla guida del paese dal 2016, risulterebbe dunque in queste ore al sicuro.

Le unità della Guardia Repubblicana rimaste fedeli al governo hanno reagito con una controffensiva, scatenando intensi combattimenti attorno alla zona portuale e presidenziale. Elicotteri hanno sorvolato Cotonou mentre diverse arterie della città venivano bloccate.

Le prossime elezioni presidenziali erano in programma per aprile 2026, al termine del secondo mandato di Talon, il quale aveva già annunciato di non ricandidarsi e aveva indicato il nome del suo successore.

Prima che il segnale televisivo fosse interrotto, gli ammutinati hanno detto di aver istituito un “Comitato militare per la rifondazione”, sospendendo la Costituzione e tutte le istituzioni politiche e i partiti. Hanno anche affermato di chiudere le frontiere del Benin, denunciando “la governance di Patrice Talon”.

Ma l’operazione è tutt’altro che sotto controllo. Le unità di guardia repubblicane, rimaste fedeli al capo dello Stato, hanno lanciato una controffensiva per riprendere il controllo del sito strategico. Il traffico intorno al porto turistico è stato immediatamente bloccato, gli elicotteri hanno sorvolato l’area e diversi assi di Cotonou sono stati tagliati.

Nel 2024 le autorità avevano già annunciato lo smantellamento di un presunto piano di golpe e l’arresto di personalità di rilievo, vicine allo stesso presidente, evoluzione che aveva alimentato il dibattito sul rapporto fra sicurezza, lotta ai complotti e strumentalizzazione politica della minaccia di colpo di Stato.

“Questo è un piccolo gruppo di persone che hanno solo la televisione. L’esercito regolare sta riprendendo il controllo. La città [Cotonou, la capitale] e il paese sono totalmente sicuri, anche il presidente e la sua famiglia”, ha dichiarato un’alta fonte militare all’agenzia francese AFP.

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