di Céline Camoin
Di fronte alla minaccia crescente e globale dei crimini informatici, in Marocco – in occasione dell’assemblea generale di Interpol – è stato lanciato un appello per far fronte in modo compatto e unito alla sua rapida espansione. La criminalità informatica sta accelerando in tutta l’Africa, minacciando la sicurezza pubblica, i sistemi finanziari e la fiducia digitale.
Un appello a fare fronte unito contro la cybercriminalità, una delle sfide securitarie più grandi del XXI secolo, è stato lanciato attraverso una risoluzione dell’assemblea generale di Interpol, svoltasi nei giorni scorsi in Marocco, a Marrakech. Il fatto stesso che l’evento si sia tenuto in Africa ha posto il continente al centro dell’agenda globale sulla sicurezza. L’allarme sulla rapida crescita del cybercrimine nel continente africano è stato uno dei temi centrali della 93° sessione dell’assemblea generale.
La risoluzione invita gli Stati membri a ad armonizzare i loro approcci, a condividere sistematicamente le informazioni rilevanti attraverso Interpol e a ratificare la Convenzione dell’Onu contro la criminalità informatica, per accelerarne l’attuazione. La risoluzione invita inoltre gli Stati membri ad allineare i loro sforzi diplomatici alle reali esigenze delle forze dell’ordine, spesso in prima linea nella lotta contro le minacce informatiche. Interpol sottolinea che la lotta alla criminalità informatica richiede sforzi diplomatici per supportare, non ostacolare, le indagini transfrontaliere. In questo contesto, ci si aspetta che le capacità tecniche di Interpol siano pienamente integrate negli sforzi delle Nazioni Unite per combattere la criminalità in tutte le sue forme.
L’African Cyberthreat Assessment 2025, pubblicato a maggio da Interpol, afferma che la criminalità informatica sta accelerando in tutta l’Africa, minacciando la sicurezza pubblica, i sistemi finanziari e la fiducia digitale. La rapida trasformazione digitale dell’Africa ha aumentato significativamente la connettività e ha favorito l’adozione diffusa di tecnologie come il mobile banking, l’e-commerce e il cloud computing, promuovendo la crescita economica e l’innovazione. Tuttavia, questa espansione ha anche introdotto sfide per la sicurezza informatica, poiché le infrastrutture digitali sono diventate obiettivi sempre più attraenti per gli autori di minacce informatiche. Con oltre 500 milioni di utenti Internet nella regione, molti Paesi non dispongono ancora di adeguate misure di sicurezza informatica, lasciando aziende e individui vulnerabili agli attacchi. Molti Paesi del continente si trovano ad affrontare sfide come quadri giuridici che stanno ancora prendendo forma, investimenti limitati nella sicurezza informatica e lacune nell’alfabetizzazione digitale, aggravando ulteriormente questi rischi.

La capacità delle forze dell’ordine rimane disomogenea. La maggior parte dei Paesi segnala carenze di competenze investigative sulla criminalità informatica, un accesso limitato agli strumenti di analisi forense digitale e infrastrutture insufficienti. Sebbene diversi Paesi abbiano istituito unità dedicate alla criminalità informatica, queste spesso operano con risorse e personale limitati. I quadri giuridici stanno migliorando, ma i progressi sono frammentati.
Alcuni Paesi membri hanno modernizzato la legislazione sulla criminalità informatica, ma, in molti casi, i Paesi intervistati indicano che i loro quadri giuridici e la loro capacità di perseguire necessitano di miglioramenti. Tali leggi potrebbero anche essere meglio allineate agli standard regionali e internazionali. Queste lacune continuano a ostacolare i procedimenti penali e l’ammissibilità delle prove digitali. Il coordinamento transfrontaliero rimane un ostacolo importante. Mentre le operazioni facilitate dall’Interpol hanno ottenuto risultati notevoli, i Paesi segnalano che i canali di cooperazione formali, come le procedure di mutua assistenza legale (Mla), rimangono lenti e sottoutilizzati. Problemi giurisdizionali, la mancanza di fiducia e l’accesso limitato alle piattaforme digitali globali complicano gli sforzi di applicazione regionale.
Le minacce emergenti si stanno evolvendo rapidamente. L’uso criminale dell’intelligenza artificiale, dei media sintetici e delle frodi basate su dispositivi mobili stanno superando la capacità di molte agenzie di rispondere. Queste minacce spesso sfruttano punti ciechi legali e operativi e richiedono nuove forme di collaborazione interagenzia e internazionale. L’assemblea ha posto l’accento sullo smantellamento dei centri di truffa transnazionali (scam centers) spesso legati alla tratta di esseri umani, un fenomeno in crescita in alcune aree dell’Africa occidentale e sud-orientale.
Nonostante queste sfide, si registrano segnali incoraggianti di progresso. Diversi Paesi membri hanno rafforzato i partenariati pubblico-privati, aggiornato la legislazione consentendo una più efficace prosecuzione dei reati informatici e preso parte a operazioni regionali di successo. La consapevolezza dei rischi legati alla criminalità informatica è in crescita e sempre più servizi di polizia nazionali stanno dando priorità alle capacità di indagine digitale.
Sono stati presentati i risultati di operazioni recenti (come l’operazione Serengeti e Flash-Arise) che hanno portato all’arresto di centinaia di sospetti in Africa per crimini che vanno dal terrorismo alla frode finanziaria, dimostrando l’efficacia della condivisione dati tramite i database Interpol.


