Prosegue a Torino – presso Binaria, Centro commensale del Gruppo Abele (Via Sestriere 34) il ciclo di incontri intitolato “Orizzonti sostenibili: dialoghi africani tra ambiente, diritti e futuro“. Sei incontri per esplorare le dinamiche contemporanee del continente africano. Domani, 18 dicembre, ore 18.30 non perdetevi il secondo incontro: Luoghi di frontiera. Tra barriere da abbattere e spazi comuni da costruire. A partire dal libro “Lampedusa. Una storia mediterranea”, si discuterà del significato delle frontiere come luoghi di incontro e trasformazione.
Il secondo appuntamento della rassegna Orizzonti sostenibili, promossa dal CISAO dell’Università di Torino e dedicata alle dinamiche contemporanee del continente africano, propone una riflessione ampia e multidisciplinare sui luoghi di frontiera, sulle loro contraddizioni e sulle possibilità che aprono per immaginare futuri più giusti e inclusivi. A partire dai temi proposti nel libro Lampedusa. Una storia mediterranea di Dionigi Albera – non come presentazione dell’opera, ma come spunto concettuale – l’incontro intende ragionare sul significato della frontiera come spazio di incontro, trasformazione e scambio, oltre che di conflitto, separazione e controllo. Lampedusa, nel lavoro di Albera, non è solo teatro di tragedie o oggetto di narrazioni emergenziali: è un simbolo complesso, un luogo che incarna al tempo stesso chiusura e solidarietà, tensione e accoglienza, memoria e futuro possibile. L’autore mostra come per “umanizzare” la frontiera occorra recuperare la storia, le pratiche condivise, le identità multiple, la cultura dell’ospitalità che hanno attraversato l’isola nel tempo. Un invito, dunque, a superare la riduzione mediatica di Lampedusa a semplice “sinistro titolo di cronaca” e a riscoprire le forme di convivenza e di aiuto reciproco che essa ha saputo esprimere.
Questa prospettiva consente di ampliare lo sguardo verso altre frontiere e altri margini, mettendo in relazione storie diverse del Mediterraneo, dei Balcani, dell’Africa e delle Americhe. Per questo il confronto si arricchisce della presenza di OnBorders, spazio plurale nato dalla collaborazione ventennale tra storici, antropologi, sociologi, studiosi delle arti visuali e attivisti. OnBorders indaga le frontiere come fenomeno storico, politico e simbolico, ma anche come lente attraverso cui leggere le norme che regolano le società contemporanee. Dalle prime documentazioni in Bosnia – considerata paradigma della fine del Novecento – alle ricerche sui flussi migratori nel Mediterraneo e oltre, l’esperienza di OnBorders evidenzia come la frontiera sia insieme luogo che separa e che connette, margine e centro, barriera e varco. Studiando campi, centri, squat, “non luoghi” e spazi dell’eccezione, la rete mostra come i transiti, le reti e le stabilizzazioni dei migranti siano sempre in
relazione a sistemi economici, giuridici e sociali locali, nazionali e globali.

La frontiera appare così come un territorio del “malinteso”, uno spazio di comunicazione interrotta e riattivata, che racconta tanto l’abbandono e la fuga quanto il desiderio e la progettualità. È anche lo scenario in cui si muovono attori diversi – migranti, comunità locali, istituzioni, volontari, criminalità organizzata, forze dell’ordine, organismi internazionali – con interessi spesso divergenti, che modellano economie, relazioni sociali e sistemi di opportunità e vincoli.
A discutere di questi temi sarà presente anche il Movimento Migranti e Rifugiati di Napoli (MMRN), realtà politica e sociale impegnata nella difesa dei diritti delle persone migranti e nella costruzione di percorsi di solidarietà dal basso. Il movimento si occupa di assistenza burocratica, lotta alle discriminazioni, formazione linguistica, attività culturali e sportive, sostegno alle donne e alle persone LGBTQIA+ migranti. Attraverso assemblee pubbliche, mobilitazioni e iniziative sociali, MMRN promuove il diritto a una vita dignitosa, all’abitare, al lavoro e all’accesso alle cure, denunciando le contraddizioni delle attuali politiche migratorie e proponendo alternative fondate su giustizia sociale, accoglienza e diritti.
L’incontro vuole dunque intrecciare ricerca accademica, testimonianze, pratiche sociali e prospettive critiche per comprendere cosa significhi oggi vivere, attraversare, governare o contestare una frontiera. Le frontiere – fisiche, politiche, culturali – non sono solo linee che delimitano spazi, ma territori dinamici, luoghi in cui si decide molto del nostro presente e del nostro futuro: dalla gestione dei flussi migratori alle politiche di accoglienza, dalle forme di marginalità ai processi di integrazione, fino alle visioni di società più aperte, inclusive e sostenibili.
Questo appuntamento di Orizzonti sostenibili invita quindi a un confronto necessario su come pensiamo, rappresentiamo e trasformiamo le frontiere. Se è vero, come suggeriscono le esperienze presentate, che ogni margine può diventare spazio comune, allora la sfida è quella di costruire nuove narrazioni e nuove pratiche capaci di andare oltre la logica della paura e del respingimento, per restituire centralità alle vite, ai diritti e ai legami che attraversano questi luoghi. Una riflessione che coinvolge il Mediterraneo e l’Africa, ma che interroga profondamente anche l’Europa e le sue responsabilità nel mondo di oggi.
2° incontro – Luoghi di frontiera. Tra barriere da abbattere e spazi comuni da costruire.
18 dicembre 2025, ore 18.30 – presso Binaria Centro commensale del Gruppo Abele Via Sestriere 34, Torino www.binariagruppoabele.org
Relatori: Dionigi Albera, autore del libro; Piero Gorza, presidente di OnBorders; Maddalena Verrone
coordinatrice Movimento Migranti e Rifugiati di Napoli; moderatore Leone de Vita (Gruppo Abele)



