Le previsioni di crescita economica del Sudafrica per il 2025 sono state leggermente ridimensionate, complici le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e un avvio d’anno debole sul fronte produttivo. Lo rivela un sondaggio condotto da Reuters tra il 16 e il 24 aprile su un panel di 25 economisti, che ha ridotto la stima mediana di crescita dello 0,2%, portandola all’1,5% per l’anno in corso, rispetto all’1,7% stimato a marzo.
Le previsioni aggiornate si collocano in un intervallo compreso tra l’1% e il 2,1%, leggermente inferiori rispetto al range di 1,3%-2,3% della precedente rilevazione. Rimane invece invariata al 1,8% la stima per il 2026. Il Fondo monetario internazionale (Fmi), nel suo ultimo aggiornamento, ha invece rivisto al ribasso la propria previsione per il 2025 a un più cauto 1%, contro l’1,5% indicato a gennaio.
Nicky Weimar, capo economista di Nedbank, ha ridotto la propria previsione per il Pil al 1,1%, citando come fattori di rischio l’inasprimento delle barriere tariffarie a livello globale, incluso il pacchetto di dazi proposto dalla Casa Bianca il 2 aprile, anche se ritiene che le misure definitive saranno meno drastiche. “Un altro motivo della nostra revisione è la debole performance del settore produttivo nel primo trimestre, ben prima dell’attuale incertezza legata ai dazi”, ha spiegato.
L’economia sudafricana, la più industrializzata del continente, beneficia attualmente dell’African Growth and Opportunity Act (Agoa), una legge statunitense che garantisce l’accesso preferenziale al mercato Usa senza dazi doganali. Tuttavia, secondo diversi analisti, la legge – in scadenza entro la fine dell’anno – difficilmente verrà rinnovata.
Nel frattempo, sul fronte interno, il Paese ha ricevuto un segnale positivo dall’andamento dei prezzi al consumo: l’inflazione è scesa a marzo per la prima volta in cinque mesi, toccando il livello più basso dal giugno 2020, grazie al calo del costo dei carburanti e a un rallentamento degli aumenti delle tasse universitarie. La pressione inflazionistica ha subito un’ulteriore attenuazione dopo che il governo ha ritirato la proposta di aumento dell’Iva, inizialmente prevista di 1 punto percentuale in due anni, a seguito di una forte opposizione politica che minacciava la stabilità della coalizione di governo.
Ora l’inflazione è attesa in media al 3,7% nel 2025, rispetto al 4% previsto in precedenza. Resta invariata al 4,5% la stima per il 2026. Questo scenario ha riacceso il dibattito su possibili tagli ai tassi d’interesse da parte della South African Reserve Bank (Sarb), che punta a mantenere l’inflazione tra il 3% e il 6%.
Secondo le previsioni, il tasso repo, attualmente al 7,50%, dovrebbe restare invariato nella riunione di maggio. Un primo taglio al 7,25% è atteso tra luglio e settembre, con un ulteriore aggiustamento al 7% previsto per l’inizio del 2026.