Società civile emarginata al Forum di Siviglia: “Nessuna risposta strutturale alla crisi”

di claudia
siviglia

“Il Compromiso de Sevilla (‘Impegno di Siviglia’ in italiano, ndr) parte senza grandi ambizioni, non ha colto il sentimento di urgenza sulla crisi del debito che molti Paesi africani stanno affrontando”: è la dura accusa lanciata oggi da Jason Braganza, direttore esecutivo della rete panafricana della società civile Forum e rete africani su debito e sviluppo (Afrodad), durante una conferenza stampa del Civil Society FfD Mechanism a margine dei lavori della conferenza Financing for Development (FfD4) in corso a Siviglia in Spagna.

Durante l’incontro, le principali reti della società civile globale hanno espresso una “profonda delusione” per l’esito del vertice, denunciando un processo negoziale poco trasparente e un trattamento che li ha visti spesso ai margini, come testimoniato dalla stessa organizzazione caotica del loro incontro con la stampa, spostato diverse volte all’ultimo minuto.

Tove Ryding della Rete europea su debito e sviluppo (Eurodad) ha definito il documento finale un “business as usual”, denunciando una “totale mancanza di ambizione” e un processo negoziale poco trasparente che ha escluso la società civile. L’unica nota positiva, secondo i relatori, è stata la vittoria politica sull’avvio di una Convenzione Fiscale a guida Nazioni Unite, ottenuta grazie alla determinazione del Gruppo Africano in Assemblea Generale.

Braganza ha inoltre etichettato le soluzioni pragmatiche come i ‘debt swap’, promosse da alcuni Paesi europei, come “false narrazioni” che non affrontano le cause strutturali della crisi. Rispondendo a una domanda di InfoMundi/InfoAfrica su questo punto, l’esponente di Afrodad ha spiegato che sebbene questi strumenti liberino risorse, “non c’è alcuna prova che dimostri che i risultati promessi si concretizzino realmente”. Citando esempi fallimentari in America Latina, ha aggiunto che la vera richiesta africana è di “fondi reali sotto forma di sovvenzioni, non di prestiti”, e di riforme strutturali come la lotta ai flussi finanziari illeciti che permettano all’Africa di trattenere le proprie risorse.

La critica radicale della società civile fa da contrappunto al clima ufficiale della conferenza. Mentre il dibattito sulle riforme sistemiche resta teso, i lavori della FfD4 procedono con il lancio di una serie di iniziative concrete nell’ambito della nuova Sevilla Platform for Action (SPA), il braccio operativo pensato per tradurre gli impegni in progetti. Tra queste, spiccano l’”Hub Globale per i Debt Swap”, lanciato da Spagna e Banca Mondiale per facilitare la conversione del debito in investimenti per lo sviluppo , e la “Call to Action” sul capacity-building guidata da Italia e Kenya per rafforzare le capacità istituzionali dei Paesi partner.

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