Una denuncia è stata formalmente depositata ieri presso la giustizia belga contro nove membri della famiglia del presidente congolese Felix Tshisekedi. L’azione legale, promossa da diverse Ong del Katanga e da ex dirigenti della compagnia mineraria statale Gecamines, chiama i parenti del capo di Stato – tra cui la sorella, il figlio, alcuni fratelli, cugini e la first lady – a rispondere di un sistema di corruzione e saccheggio delle risorse minerarie nelle province dell’Haut-Katanga e del Lualaba. Lo riporta l’emittente Radio France Internationale (Rfi).
Secondo i promotori della denuncia, ogni mese decine di milioni di euro verrebbero sottratti illegalmente alle casse dello Stato attraverso operazioni occulte. Le Ong parlano di una “predazione senza precedenti” condotta da quello che definiscono il “clan presidenziale”. Alcune delle persone coinvolte hanno la nazionalità belga, elemento che ha permesso l’avvio del procedimento in Belgio.
L’avvocato belga Bernard Maingain, insieme al collega Brieuc Maingain, ha depositato la querela presso il magistrato federale Ann Fransen. In conferenza stampa, Jean-Pierre Muteba, esponente di una delle Ong, ha precisato che si tratta solo dell’inizio e che potrebbero seguire nuove denunce in altri Paesi in cui risiedono beneficiari del presunto sistema di saccheggio.
I ricorrenti spiegano che la magistratura della Rd Congo sarebbe ormai compromessa e incapace di indagare su questi fatti a causa di ingerenze nei poteri statali. Per questo motivo, affermano, il ricorso alla giustizia internazionale rappresenta l’unica possibilità per ottenere verità e giustizia.