di Andrea Spinelli Barrile
La Guinea si prepara alle elezioni presidenziali del 28 dicembre. Un appuntamento importante a quattro anni dal colpo di Stato militare che ha detronizzato l’allora presidente Alpha Condé e portato al potere il generale Mamady Doumbouya.
Il 28 dicembre i cittadini della Guinea andranno alle urne per le elezioni presidenziali, un appuntamento atteso dal 2021, da quando un colpo di Stato militare ha detronizzato l’allora presidente Alpha Condé e portato al potere il generale Mamady Doumbouya.
Doumbouya è il principale candidato, oltre che favorito: nato il 5 dicembre 1984 a Banankoroda, nella città di Kankan, l’attuale presidente della transizione militare in Guinea è stato legionario dell’esercito francese a Nîmes, dove terminò il suo contratto nel 2009 con il grado di caporale, e oggi è un candidato indipendente alle elezioni presidenziali, dove si è presentato con lo slogan “Costruire insieme”. Le elezioni si svolgeranno senza le principali figure politiche della Guinea, escluse dalla corsa per vari motivi. I leader dei tre principali partiti politici tradizionali sono fuori dai giochi: Alpha Condé dell’Rpg ha raggiunto il limite di età (80 anni) stabilito dalla Costituzione, Cellou Dalein Diallo dell’Ufdg, ex primo ministro, è in esilio, proprio come Sidya Touré, ex primo ministro.

Dei 51 candidati che hanno presentato la loro candidatura per le elezioni presidenziali, solo 9 sono stati accettati dalla Corte Suprema. Oltre a Doumbouya ci sono Abdoulaye Yéro Baldé (del Fronte democratico della Guinea, Frondeg), Hadja Makalé Camara (del Fronte dell’alleanza Nazionale, Fan), Ibrahima Abé Sylla (della Nuova generazione per la Repubblica, Ngr), Abdoulaye Kourouma (del Rally per il rinascimento e lo sviluppo, Rrd), Mohamed Nabé (dell’Alleanza per il rinnovamento e il progresso – Ard), Elhadj Bouna Keïta (del Rally per una Guinea prospera, Rgp), l’indipendente Mohamed Chérif Tounkara e Faya Lansana Millimono, del Blocco liberale, il candidato più noto all’opinione pubblica, che negli ultimi anni si è reso protagonista di forti critiche verso la giunta militare.
Circa 6,7 milioni di elettori saranno chiamati alle urne, su una popolazione stimata di oltre 14 milioni: queste elezioni presidenziali segneranno il ritorno all’ordine costituzionale, sospeso dal 2021. Prima di organizzare queste elezioni presidenziali, la Guinea ha adottato una nuova Costituzione e un nuovo codice elettorale. Nella nuova Costituzione, il mandato presidenziale è esteso da 5 a 7 anni, rinnovabile una sola volta: il testo prevede inoltre la creazione di un Senato, un terzo dei cui membri sarà nominato direttamente dal capo dello Stato, l’istituzione di un’Alta corte di giustizia per processare presidenti e membri del governo “in casi di alto tradimento, crimini e reati” e la promozione della parità con una quota del 30% di donne nelle posizioni decisionali e nelle cariche elettive.
La campagna elettorale è iniziata il 28 novembre, 30 giorni prima della data delle elezioni presidenziali, e terminerà 48 ore prima. In caso di secondo turno, la campagna elettorale si aprirà il giorno dopo la proclamazione dei risultati definitivi del primo turno da parte della Corte costituzionale e si chiuderà 48 ore prima del secondo turno elettorale a mezzanotte.



