Kenya, il Parlamento approva la legge finanziaria 2025

di claudia
William Ruto

Il Parlamento del Kenya ha approvato la legge finanziaria 2025, che ora attende la firma del presidente William Ruto (nella foto). Lo riportano i media locali, sottolineando che il testo approvato contiene importanti modifiche rispetto alla proposta iniziale del governo.

Tra le principali novità, i deputati hanno bocciato la proposta di consentire alle autorità fiscali l’accesso illimitato ai dati dei contribuenti, misura fortemente sostenuta dal ministro delle Finanze John Mbadi. La decisione è stata presa per tutelare la privacy e i diritti costituzionali dei cittadini.

La nuova finanziaria punta a raccogliere 24 miliardi di scellini in nuove tasse, una cifra ben inferiore ai 30 miliardi inizialmente previsti dall’esecutivo. Il governo confida di raggiungere questo obiettivo rafforzando il rispetto delle norme fiscali, senza imporre nuovi balzelli impopolari.

La proposta è stata presentata pochi giorni dopo che il ministro Mbadi ha illustrato in Parlamento un bilancio da 4,29 trilioni di scellini (circa 33 miliardi di dollari) per l’anno fiscale 2025/26. Tuttavia, secondo il presidente della Commissione Finanze, Kimani Kuria, si tratta delle entrate previste più basse degli ultimi tre anni: basti pensare che la finanziaria 2024, poi ritirata a causa delle proteste, puntava a 344 miliardi di scellini.

Proprio nel 2024, Ruto era stato costretto a ritirare la legge finanziaria a seguito di manifestazioni diffuse e violente proteste popolari contro gli aumenti fiscali. Le proteste si erano concluse con decine di morti tra i giovani manifestanti e centinaia di arresti.

Anche la versione 2025 della legge ha subito diverse modifiche: respinta la proposta di introdurre cinque nuove aliquote Pay as you earn (Paye) (10%, 17,5%, 25%, 27,5% e 30%) e di autorizzare il Tesoro ad adeguarle fino al 10% ogni tre anni per effetto dell’inflazione. I parlamentari hanno giudicato eccessivo il potere discrezionale che ciò avrebbe conferito all’esecutivo.

Rigettata anche la proposta di riclassificare alcuni prodotti da “aliquota zero” a “esenti”, mantenendo così l’aliquota zero per beni come telefoni cellulari assemblati localmente, motocicli, bici elettriche, batterie solari, autobus elettrici, mangimi per animali e stufe a bioetanolo.

Sul fronte degli incentivi fiscali, è stata bocciata l’eliminazione dell’aliquota ridotta del 15% sull’imposta sulle società per le imprese impegnate nell’assemblaggio locale di veicoli e nella costruzione di almeno 100 unità abitative. Confermata invece l’accisa di 500 scellini al litro sull’alcol extra neutro (Ena), usato dai produttori di bevande alcoliche, che avevano chiesto un alleggerimento fiscale.

Infine, approvata una definizione ampliata dell’Imposta sulla presenza economica significativa (Sept) per includere siti web e reti elettroniche, ma è stata respinta la soglia minima di 5 milioni di scellini, ritenuta troppo favorevole per evitare il pagamento delle imposte da parte di grandi operatori digitali. Ora la parola passa al presidente Ruto, che dovrà decidere se firmare o meno la legge così modificata. 

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