Il governo del Burkina Faso ha reintrodotto la pena di morte per una serie di reati, tra cui l’alto tradimento, terrorismo e spionaggio. Lo si apprende dal verbale del consiglio dei ministri burkinabé, riunitosi ieri pomeriggio a Ouagadougou.
Secondo il ministro della Giustizia Edasso Rodrigue Bayala, l’adozione di questo disegno di legge rientra “nelle riforme generali del settore per un sistema giudiziario che risponda alle profonde aspirazioni della popolazione”.
Abolita nel 2018, l’ultima esecuzione è avvenuta nell’ormai lontano 1988. La pena di morte è tornata al centro del tavolo del governo circa un anno fa: a novembre 2024, una nota di Human rigthts watch denunciava l’intenzione di adottare un nuovo codice penale e ripristinare la pena di morte, ipotesi che non era stata smentita dal ministro Bayala.
Oltre a reintrodurre la pena di morte, il governo ha adottato un nuovo codice penale che inasprisce le pene per i reati civili e penali, aumentando gli importi minimi delle multe e prevedendo l’ergastolo per reati come la corruzione e l’appropriazione indebita di fondi pubblici.
Attualmente, circa 170 Paesi nel mondo hanno abolito o introdotto una moratoria sulla pena di morte, sia per legge che nella pratica, oppure hanno cessato le esecuzioni da più di 10 anni.



