Il primo ministro maliano, generale Abdoulaye Maiga, ha ricevuto nei giorni scorsi in udienza i ministri dell’Ambiente dei Paesi partner del progetto della Grande muraglia verde (Ggw), in occasione della decima sessione ordinaria del Consiglio dei ministri dell’Agenzia panafricana della Grande muraglia verde. La Grande muraglia verde è il progetto ideato e promosso dalla comunità internazionale per fermare l’avanzata del Sahara e ripristinare paesaggi oggi degradati. Questo incontro si inserisce nel contesto della lotta alla desertificazione e al degrado del suolo in Africa, una sfida importante per diversi Paesi del Sahel.
Come riporta l’agenzia stampa africana Apa, l’incontro ha visto riuniti i ministri di Mali, Burkina Faso, Niger, Mauritania e Senegal, Paesi direttamente coinvolti nell’attuazione dell’iniziativa Ggw: durante l’incontro sono stati presentati i progressi sui progetti in corso e le nuove strategie sviluppate per rafforzare l’efficacia dell’Agenzia. Maiga ha sottolineato l’importanza dell’ambiente, un settore che è diventato prioritario in Mali, “come dimostra la revisione della Costituzione del 22 luglio 2023”, che dedica “un posto centrale alle questioni ambientali”: il primo ministro maliano ha elogiato gli sforzi dei colleghi presenti e ha ribadito l’impegno di Bamako a preservare le sue risorse naturali e a raggiungere gli obiettivi del progetto della Grande muraglia verde.
La Paggw riunisce in totale undici Paesi africani: Mali, Burkina Faso, Niger, Senegal, Mauritania, Nigeria, Ciad, Sudan, Etiopia, Eritrea e Gibuti. Questa iniziativa continentale mira a combattere la desertificazione, la perdita di biodiversità e il degrado dei terreni coltivabili promuovendo la piantumazione di alberi e il ripristino degli ecosistemi: l’obiettivo è ripristinare 100 milioni di ettari di terreno entro il 2030, una sfida importante in un contesto in cui il Sahel è afflitto dalla desertificazione e dai cambiamenti climatici.
Il finanziamento di questi progetti è essenziale per il loro successo: un recentissimo rapporto della Banca africana di sviluppo (Afdb) ha evidenziato l’importanza di finanziamenti stabili e di un rafforzamento delle capacità locali per affrontare le sfide ambientali e i progetti di riforestazione e gestione sostenibile del territorio, pur essendo efficaci, richiedono una maggiore mobilitazione di risorse finanziarie e umane in un contesto segnato da tensioni politiche e di sicurezza.
In effetti, l’ostacolo principale rimane la disponibilità di finanziamenti: i bilanci dei Paesi interessati sono spesso insufficienti a coprire i costi di attuazione di progetti su larga scala e, a questo, si aggiungono problemi derivanti dalle condizioni di sicurezza in alcune regioni del Sahel, che complicano l’impiego delle squadre sul campo.
Effettivamente, sono piuttosto lenti i progressi nel ripristino del territorio: con circa 30 milioni di ettari recuperati finora, siamo ben lontani dall’ambizioso obiettivo di 100 milioni di ettari entro il 2030, anche perché il fenomeno del cambiamento climatico sta esacerbando queste sfide, rendendo il compito ancora più complesso per i paesi interessati.
Nonostante le sfide, ci sono anche diverse luci e sono stati compiuti notevoli progressi, in particolare in Senegal e Niger, dove i progetti di riforestazione hanno ripristinato terreni precedentemente sterili, con benefici diretti alle comunità locali in termini di produzione agricola e creazione di posti di lavoro. Inoltre, iniziative come l’introduzione di tecniche agricole sostenibili e la gestione integrata delle risorse idriche stanno iniziando a dare i loro frutti in alcune regioni.