Le scuole cattoliche delle regioni anglofone del Camerun, dilaniate dalla guerra, stanno adottando un nuovo approccio educativo, spostando il loro focus verso l’istruzione tecnica. Questo cambiamento strategico, annunciato dai vescovi e dai segretari per l’educazione cattolica della provincia ecclesiastica di Bamenda, mira a combattere l’elevata disoccupazione giovanile e a formare “solutori di problemi” all’interno delle loro comunità.
Il nuovo curriculum abbandonerà i tradizionali studi teorici, che spesso producono “cercatori di lavoro”, per abbracciare un apprendimento pratico, basato sulla risoluzione dei problemi, con un’enfasi particolare su tecnologia e ingegneria. Questa mossa risponde a una situazione disperata, dove anche laureati con master e dottorati si ritrovano a svolgere lavori umili, come lavare automobili o fare i tassisti in moto.
Padre Charles Ngouobi, segretario per l’educazione cattolica dell’arcidiocesi di Bamenda, ha spiegato che la speranza è che questo cambiamento permetta ai diplomati non solo di trovare un impiego, ma anche di creare posti di lavoro per gli altri. Andrew Nkea, arcivescovo di Bamenda, ha appoggiato la decisione, sottolineando di aver ascoltato le esigenze della comunità e di essersi ispirato a Paesi come la Cina, che hanno puntato sulla formazione pratica dei loro cittadini. Nkea ritiene che il nuovo metodo aiuterà a sbloccare il potenziale sprecato dei giovani, permettendo alle scuole cattoliche di formare ingegneri fin da giovanissimi.
Nonostante il successo in termini di rendimento scolastico nell’anno accademico 2024/25, George Nkuo, arcivescovo di Kumbo, ha fatto notare che la violenza separatista in corso ha lasciato dietro di sé infrastrutture scolastiche danneggiate o distrutte, rendendo l’ambiente di apprendimento estremamente difficile.



