Nigeria, la rivoluzione delle due ruote

di claudia

di Habubakar Chibuike 

Video virali mostrano scene incredibili: famiglie intere su un’unica moto, carichi spropositati in equilibrio precario. Le moto in Nigeria sono più di un mezzo di trasporto: trainano l’economia informale, sfidano le regole, e si preparano alla transizione elettrica. Fra tradizione e innovazione, la rivoluzione delle due ruote è solo all’inizio.

Sui social circolano video incredibili che raccontano la quotidianità delle strade nigeriane. In uno, un’intera famiglia – padre, madre e cinque figli – si stringe su una moto sgangherata che avanza a fatica; in un altro, un motociclista trasporta sulla sella nientemeno che una mucca enorme; in un terzo, un’intera ferramenta sembra viaggiare in equilibrio su due ruote. In Nigeria, motociclette e motorini non sono solo mezzi di trasporto e propulsori dell’economia informale: incarnano il dinamismo e la creatività di un Paese sempre in movimento. Essenziali per decine di milioni di persone, garantiscono spostamenti rapidi ed economici nelle caotiche metropoli e nelle aree rurali, dove le strade spesso rendono impossibile il passaggio delle auto. La diffusione delle due ruote motorizzate ha dato vita a un mercato fiorente – trainato più dalle importazioni che dalla produzione locale – che trova oggi ad affrontare nuove sfide e opportunità, specialmente con l’avvento della mobilità elettrica. Tuttavia, prima ancora delle innovazioni tecnologiche, il nodo cruciale resta la sicurezza.

© 2019 Didier Ruef © LUZNigeria. Enugu State

Le strade si trasformano in territori anarchici, dove l’indisciplina regna sovrana. A contribuire a questa percezione sono soprattutto i conducenti dei cosiddetti okada, ovvero le motociclette usate come mezzi di trasporto pubblico, che rappresentano una soluzione rapida per muoversi nel traffico congestionato e raggiungere aree non servite dai mezzi tradizionali. L’uso degli okada è oggetto di regolamentazioni che variano a seconda delle regioni e delle città. Nello Stato di Lagos, per esempio, le autorità hanno emesso restrizioni significative sull’uso dei mototaxi. Nel 2020 è stato introdotto un divieto che ne ha limitato l’operatività in diverse aree della città, con l’obiettivo di ridurre gli incidenti stradali e migliorare la sicurezza pubblica. La misura ha però suscitato proteste tra i conducenti e i residenti che dipendono da questo mezzo di trasporto per i loro spostamenti quotidiani.

Nel 2022, il governo di Lagos ha ulteriormente esteso il divieto, vietando l’uso dei mototaxi nella maggior parte delle strade della città. La decisione è stata presa in risposta a preoccupazioni riguardanti la sicurezza, poiché una percentuale significativa degli incidenti stradali era attribuita agli okada. Nonostante queste restrizioni in alcune aree urbane, in molte altre parti della Nigeria gli okada continuano a operare legalmente e rimangono una componente essenziale del sistema di trasporto pubblico, specialmente in zone rurali o meno sviluppate dove le alternative sono limitate. Pertanto, malgrado le restrizioni delle leggi, l’utilizzo delle moto come mezzi di trasporto pubblico rimane ampiamente diffuso – e spesso caratterizzato dall’indisciplina dei conducenti. Anche i grandi gruppi internazionali puntano sul mercato nigeriano della mobilità su due ruote. Hero MotoCorp, colosso indiano del settore, ha investito 153 milioni di dollari per lanciare la Hunter, una motocicletta robusta, con doppio telaio e sospensioni extra, motore ruspante a consumi ridotti, blocco antifurto, presa usb sul manubrio, e una lunga e comoda sella per ospitare intere famiglie.

moto taxi

Futuro green

Con oltre 200 milioni di abitanti e la carenza delle infrastrutture, le due ruote sono fondamentali non solo per il trasporto passeggeri ma anche per la consegna delle merci e persino per i servizi d’emergenza. Il mercato nigeriano delle motociclette, in piena crescita, ha toccato nel 2023 il valore di 600 milioni di dollari, triplicando rispetto al 2018. Considerate un mezzo versatile, affidabile e relativamente economico (se confrontato ai prezzi delle auto), le moto sono oggetto in Nigeria di una vera e propria passione, quasi una venerazione, che non accenna a diminuire, benché l’industria dipenda quasi interamente dalle importazioni dei mezzi (prodotti in Asia) e del carburante (raffinato in Occidente). Secondo i dati del National Bureau of Statistics (Nbs), le due ruote a motore importate da India, Cina, Indonesia e Giappone hanno contribuito per 460 miliardi di naire alle importazioni totali nel 2024: un’enormità. Il governo nigeriano sta cercando di ridurre la dipendenza dalle importazioni attraverso politiche che incentivino una produzione locale, sfruttando la spinta verso la mobilità sostenibile.

Le sfide ambientali possono rappresentare l’opportunità per far fiorire un’industria nazionale di moto “green”. Nonostante la predominanza dei tradizionali motori a combustione interna (che ancor oggi rappresentano l’89% del mercato globale), l’industria motociclistica sta assistendo a una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale. In Africa, e in particolare in Nigeria, l’adozione di motoveicoli elettrici presenta sia opportunità sia sfide. Un ostacolo significativo è la limitata infrastruttura di ricarica e l’autonomia ridotta delle batterie. Per superare tali difficoltà si stanno sperimentando sistemi di battery swapping, che permettono la sostituzione rapida delle batterie scariche con quelle cariche, riducendo i tempi di inattività per gli utenti.

Di Erick Christian Ahounou / AFP

Pionieri della sostenibilità

Un esempio è la moto elettrica prodotta da Kymco, rinomata azienda taiwanese, distribuita a Lagos e che garantisce una rete di stazioni di ricarica che in soli 30 secondi permette di ripartire. Taiwan ha rafforzato le partnership con la Nigeria per supportare la transizione alla mobilità elettrica. «Taiwan è un punto di riferimento nell’innovazione high-tech per la mobilità sostenibile», ha dichiarato Andy Yih-Ping Liu, rappresentante del Taipei Trade Office. «La visione del presidente Bola Tinubu di fare del sud-est della Nigeria la ‘Taiwan d’Africa” ci spinge a consolidare la collaborazione commerciale e tecnologica».

A guidare il cambiamento ci sono anche realtà locali come AaraGO, una startup di tecnologia verde che due anni fa ha introdotto un’innovativa tecnologia di motociclette. «Le batterie di ultima generazione consentono alle nostre moto di percorrere fino a 150 chilometri con una singola carica», spiega Philip Handschin, il cofondatore e amministratore, sottolineando l’urgente necessità di soluzioni di trasporto sostenibili, considerati anche i prezzi alle stelle della benzina in Nigeria (che, malgrado sia il primo produttore africano di petrolio, non ha sufficienti raffinerie). «Quando abbiamo avviato AaraGO, il prezzo della benzina era di circa 180 naire al litro; due anni dopo, è di 1.100, un aumento sbalorditivo di oltre il 520%. Una simile impennata esercita un’enorme pressione finanziaria sui motociclisti, rendendo la mobilità elettrica non solo un’opzione ecologica ma una necessità economica».

Il servizio di sostituzione batterie di AaraGO è progettato per rendere questa transizione fluida. «Le nostre moto, alimentate interamente da batterie caricate a energia solare, mirano a mitigare l’inquinamento atmosferico, migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di carbonio», chiarisce Handschin. La soluzione di AaraGO è completamente off-grid, ovvero indipendente dalla rete nazionale, sfruttando l’energia rinnovabile per alimentare i trasporti in modo efficiente. «La Nigeria ha oltre cinque milioni di motoveicoli», ricorda Olumide Adeosun, un investitore della startup, capitanata da giovani ingegneri e sviluppatori, «e ciascuno di essi consuma dai cinque ai sette litri di benzina al giorno, il che rappresenta un’enorme opportunità per passare a un’energia più pulita».

Salute pubblica

Nel frattempo, Spiro, il più grande produttore africano di veicoli elettrici, ha avviato la produzione di e-bike, moto e tricicli elettrici nello Stato di Ogun, con l’obiettivo di abbattere i costi di trasporto e migliorare la qualità dell’aria. «Questa iniziativa non solo ridurrà le emissioni di carbonio, ma avrà un impatto positivo sulla salute pubblica», ha dichiarato il governatore Prince Dapo Abiodun. Un tema cruciale, considerato che in Africa le emissioni di gas serra dei trasporti aumentano del 7% ogni anno e l’inquinamento atmosferico è la seconda causa di decesso nel continente (si stimano 1,2 milioni di morti premature a causa delle polveri e delle emissioni dei motori nella città africane). Il passaggio alla mobilità elettrica riduce l’inquinamento atmosferico nelle principali città.

L’organizzazione logistica di Spiro consente ai motociclisti di utilizzare le stazioni di scambio delle batterie – senza necessità di attendere la ricarica –, una soluzione flessibile per garantire la fornitura di energia quando e dove se ne ha bisogno. Con oltre 18.000 moto elettriche già distribuite nell’Africa subsahariana, l’espansione di Spiro in Nigeria – potenzialmente il più grande mercato continentale – si annuncia come un evento di portata storica. «Prevediamo di essere presenti in otto dei più grandi Stati del Paese, tra cui Abeokuta, Ibadan, Lagos e Abuja», ha annunciato Kaushik Burman, Ceo di Spiro, che promette: «Distribuiremo centinaia di migliaia di moto – affidabili, silenziose e convenienti – consentendo un cambiamento di stile di vita verso opzioni di trasporto più pulite e sostenibili. Il nostro obiettivo è elettrificare la mobilità in tutta l’Africa, e la Nigeria, in quanto potenza economica africana, rappresenta un passo importante in questo percorso».

Questo articolo è uscito sul numero 4/2025 della rivista Africa. Per acquistare una copia, clicca qui.

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