Elly Savatia, 30 anni, Kenya, ha creato un’applicazione che fa quello che nessuno aveva fatto prima in Africa: traduce in tempo reale parole e testi – in swahili e inglese – nella lingua dei segni, e viceversa, attraverso un avatar 3D. Non ha usato soluzioni preconfezionate dall’estero. Ha messo sensori sulle mani, registrato 2.300 segni con la comunità sorda keniota. Risultato? Una tecnologia che funziona davvero, perché nata dove serviva tanto che la Royal Academy of Engineering l’ha premiato a Dakar.
Innovazione vera, che parla il linguaggio dell’inclusione. Guarda il nostro videoservizio, firmato da Stefano Pancera


