Un impegno a mobilitare oltre 2,5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, oltre alle risorse nazionali che saranno mobilitate dai Paesi dell’Africa centrale per la protezione e la gestione sostenibile delle foreste del bacino del Congo, è stato preso a Belém, in Brasile, in occasione del Vertice dei capi di Stato e di governo della 30a Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Guidata da Parigi, l’iniziativa è riferita dal sito dell’Eliseo, secondo cui i Paesi dell’Africa centrale, i Paesi partner, le banche di sviluppo, i partner privati e le organizzazioni filantropiche hanno rinnovato l’”Impegno per il Bacino del Congo” sottoscritto alla COP26 di Glasgow, impegnandosi a fermare e invertire la deforestazione e il degrado del suolo entro il 2030.
I firmatari sono Germania, Belgio, Francia, Norvegia, Regno Unito, Banca africana di sviluppo, Banca mondiale, Commissione europea, Fondo globale per l’ambiente, Fondo di investimento per il clima, Fondo verde per il clima.
Questo impegno fa parte di un più ampio sforzo per proteggere le tre principali foreste pluviali tropicali del mondo, pilastri essenziali dell’equilibrio ecologico globale e svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del clima.
“Le foreste del Bacino del Congo rivestono un’importanza ecologica, economica, sociale e culturale eccezionale; sono una riserva unica di biodiversità e costituiscono un pozzo naturale di carbonio essenziale per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. l’Appello di Belém per le foreste del bacino del Congo incarna questa eccezionale mobilitazione dei Paesi della regione, delle organizzazioni regionali, in particolare la Comifac, e dei loro partner, con il supporto della co-facilitazione franco-gabonese del Congo Basin Forest Partnership (Cbfp)”, so legge nel comunicato della Presidenza francese.
Questo appello sarà presentato dai ministri durante le sessioni tematiche forestali della Cop30 del 17 e 18 novembre.


