L’ex primo ministro del Mali Choguel Maiga, da una settimana detenuto presso il Polo economico e finanziario di Bamako, è stato trasferito in carcere su ordine della Corte suprema.
Maiga, indagato dai primi di agosto per la gestione di alcuni fondi pubblici durante il suo mandato, secondo le autorità giudiziarie, che si basano su un rapporto dell’Ufficio del revisore generale dei conti, è ufficialmente perseguito per danneggiamento di beni pubblici e gli si attribuiscono reati come falsificazione, utilizzo di documenti falsi e appropriazione indebita. Le indagini si concentrano sulla sua gestione dell’ufficio del primo ministro, dell’Agenzia di gestione del Fondo per l’accesso universale (Agefau) tra il 2020 e il 2023 e dell’Autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni e delle poste del Mali (Amrtp).
“Questa incarcerazione”, spiega Malick Doucoure su AesInfo, portale di informazioni della propaganda dei tre governi golpisti del Sahel, “non è un atto politico, ma un’applicazione della legge a fronte di gravi accuse che hanno portato alla richiesta della procura”. Il fascicolo giudiziario a carico di Maiga evidenzia diverse irregolarità finanziarie ritenute gravi, tra cui spese ingiustificate per diversi miliardi di franchi, concessione di prestiti ritenuti dubbi, abbonamenti telefonici non documentati, spese di missione eccessive, appalti assegnati senza trasparenza e altre anomalie di gestione.
La prima convocazione, Maiga l’aveva ricevuta il 1° agosto. Il 12 è stato nuovamente interrogato e posto in custodia presso il Polo finanziario, sotto la supervisione della polizia maliana e ieri, presentatosi di fronte alla corte della Camera d’inchiesta della Corte suprema maliana, ha ricevuto la notifica del trasferimento in carcere.
Figura di spicco del Movimento 5 giugno – Raggruppamento delle forze patriottiche (M5-Rfp), Maiga è stato nominato primo ministro nel 2021 durante la transizione militare ed è stato destituito nel novembre 2024 dopo aver apertamente criticato l’estensione della transizione da parte dell’esercito. In una dichiarazione inviata all’agenzia stampa africana Apa il suo avvocato, Cheick Oumar Konaré, ha detto che Maiga ha accolto la decisione “con serenità”, dicendo che “un politico deve aspettarsi tutto, compresa la prigione e la morte” ma ha espresso “sollievo” nel vedere il suo ex capo dello staff, Issiaka Ahmadou Singaré, 80 anni, che è processato per lo stesso caso, ma non è detenuto.


