Si è tenuto ieri il voto referendario di in Guinea, dove i cittadini si sono recati alle urne per dare il loro assenso sulle modifiche della Costituzione elaborate dal Parlamento transitorio e dalla giunta militare e che dovranno portare il Paese alle elezioni presidenziali. I risultati ufficiali, seppur provvisori, sono attesi per martedì sera.
Dai resoconti dei media locali, le testimonianze sui social media e i primi comunicati della missione tecnica inviata dalla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas), sembra che il voto si sia svolto senza incidenti, in un clima calmo e senza grandi criticità nelle procedure. Tuttavia, l’allerta era massima: il ministero dell’Amministrazione territoriale e del decentramento della Guinea (Matd) ha vietato per tutta la giornata di ieri la circolazione di ogni veicolo in tutto il Paese e internet è stato oscurato dalle autorità. Sono 6,7 milioni i guineani che si sono recati al voto (su una popolazione, giovanissima, di oltre 14 milioni di persone), divisi su 23.000 seggi elettorali.
Il referendum è stato il primo voto nel Paese dopo il colpo di Stato del 5 settembre 2021, che ha detronizzato Alpha Condé e portato il generale Mamady Doumbouya al potere, recatosi alle urne con la moglie e un codazzo di telecamere. Questo referendum, di cui i leader dell’opposizione avevano chiesto il boicottaggio, ha aperto una sequenza elettorale molto importante in questo Paese, uno dei più poveri del mondo e con una storia politica segnata da regimi autoritari. È stata anche prorogata l’apertura di alcuni seggi elettorali.
Se adottata, la Costituzione posta a referendum ieri sostituirà la “Carta transitoria”, promulgata dalla giunta militare dopo il colpo di stato e che in particolare proibiva ai suoi membri di candidarsi alle elezioni, divieto che non compare più nella bozza della Costituzione, un fatto che apre la strada alla candidatura del generale Doumbouya alla presidenza.
Ieri, Ecowas ha inviato 11 esperti provenienti dalle commissioni elettorali degli Stati membri, su mandato del suo presidente. Omar Alieu Touray, in qualità di osservatori elettorali: si sono recati nelle regioni di Conakry, Kankan, Kindia, Mamou e Labé.



