Il campo per sfollati di Zamzam, nel Darfur settentrionale, sarebbe stato trasformato in una base militare dalle Forze di supporto rapido (Rsf), che vi hanno dispiegato migliaia di uomini, mezzi blindati e artiglieria pesante. Lo denunciano diversi testimoni oculari citati da Radio France Internationale (Rfi), secondo cui l’ex insediamento umanitario è ora utilizzato come retrovia strategica per lanciare attacchi contro El-Fasher, l’ultima capitale regionale del Darfur ancora sotto il controllo dell’esercito sudanese.
Mohamed Khamis Duda, portavoce del campo e attualmente rifugiato proprio a El-Fasher, ha raccontato a Rfi che i paramilitari impediscono il ritorno di qualsiasi civile per recuperare i propri averi. “Quando siamo fuggiti, abbiamo lasciato tutto: beni, animali… Persino i nostri morti. Mio fratello è stato ucciso durante l’attacco e il suo corpo è ancora lì. Ho perso altri familiari, ma non so nemmeno se siano vivi o morti”, ha testimoniato.
Secondo Duda, migliaia di civili che non sono riusciti a fuggire durante l’attacco avvenuto a metà aprile sarebbero ancora intrappolati all’interno del campo, sotto il controllo delle Rsf e costretti a sopravvivere in condizioni disperate.
Secondo le medesime fonti, le infrastrutture del campo sono state completamente distrutte, compresi i centri sanitari, e nessuna organizzazione umanitaria ha più accesso all’area per fornire aiuti.