di Andrea Spinelli Barrile
La Nigeria dichiara l’emergenza nazionale in risposta alla serie di rapimenti che hanno interessato il Paese negli ultimi dieci giorni. Nel giro di pochi giorni, bande armate e jihadisti in tutto il Paese, specialmente negli Stati del Nord di Kwara e Niger, hanno rapito decine di studentesse musulmane, 38 fedeli cristiani, oltre 300 studenti e insegnanti di una scuola cattolica, 13 giovani donne e ragazze che camminavano vicino a una fattoria e altre 10 donne e bambini.
Il presidente nigeriano Bola Tinubu ha decretato un’”emergenza nazionale per la sicurezza”, per rispondere a un’ondata di rapimenti di massa che ha visto centinaia di persone, per lo più scolari, catturate da bande armate e jihadisti negli ultimi dieci giorni: “Considerata l’emergente situazione di sicurezza, ho deciso di dichiarare un’emergenza nazionale e di ordinare ulteriori reclutamenti nelle Forze Armate”, ha dichiarato Tinubu. Lo riportano i media locali.
Tinubu ha spiegato che quella dei rapimenti di massa è “un’emergenza nazionale e stiamo rispondendo schierando più truppe sul campo, soprattutto nelle aree con problemi di sicurezza”. Nel giro di pochi giorni, bande armate e jihadisti in tutto il Paese, specialmente negli Stati del Nord di Kwara e Niger, hanno rapito decine di studentesse musulmane, 38 fedeli cristiani, oltre 300 studenti e insegnanti di una scuola cattolica, 13 giovani donne e ragazze che camminavano vicino a una fattoria e altre 10 donne e bambini. Decine di persone sono state salvate, altre decine sono riuscite a fuggire, ma secondo le autorità nigeriane al momento almeno 265 bambini e i loro insegnanti, rapiti venerdì da un collegio cattolico nello stato del Niger, risultano ancora dispersi.
Dal megarapimento di Chibok, avvenuto undici anni fa nello Stato nigeriano di Borno (nord del Paese) per mano dei miliziani di Boko Haram, che portarono via 276 studentesse tra i 16 e i 18 anni, il numero totale di studenti rapiti in Nigeria è salito a 2.496.

Secondo un report diffuso da Save the Children, tra aprile 2014 e dicembre 2022 si sono verificati 70 attacchi alle scuole nigeriane, con oltre 1.680 studenti e studentesse rapiti. Tra gennaio 2023 e oggi, secondo il quotidiano nigeriano Vanguard, altri 22 assalti hanno portato al rapimento di 816 studenti. In totale, negli ultimi undici anni, gli attacchi di gruppi terroristici, bande criminali o milizie armate contro le scuole sono stati 92, e quasi 2.500 ragazzi e ragazze sono stati sequestrati. Si tratta solo dei casi denunciati ufficialmente: molti altri episodi negli Stati di Zamfara, Niger, Sokoto e Katsina sarebbero rimasti fuori dalle statistiche.
Dopo undici anni, Chibok è una ferita ancora aperta nella società nigeriana. Il documentario “Mothers of Chibok” del regista nigeriano Joel ‘Kachi Benson, premiato agli Encounters South African International Documentary Festival come miglior documentario del 2025, racconta quella tragedia, già al centro del precedente “Daughters of Chibok”, vincitore a Venezia. “Quella delle ragazze di Chibok e delle loro famiglie è una storia che appartiene al mondo intero”, ha dichiarato Benson.
Delle 276 studentesse rapite, che oggi hanno quasi trent’anni, 90 sono ancora nelle mani dei loro sequestratori. Le sopravvissute tornate a casa hanno raccontato matrimoni forzati, violenze sessuali, figli nati in cattività e una prigionia durissima. La minaccia dei rapimenti continua a incidere sull’istruzione: nel 2021 oltre un milione di bambini aveva paura di tornare a scuola e nel 2020 circa 11.500 scuole in tutta la Nigeria sono state chiuse a causa degli attacchi (dati Policy Weekly). A Abuja, ieri, il presidente della Nigerian Guild of Editors (Nge), Eze Anaba, ha presentato uno studio chiedendo ai media maggiore attenzione alle narrazioni che riguardano i minori, “vittime principali di insicurezza, malattie e mancanza di istruzione”. “Settantuno anni dopo l’istituzione della Giornata mondiale dell’infanzia, i bambini nigeriani affrontano minacce da ogni direzione: scuole trasformate in campi di battaglia, ospedali senza vaccini, conflitti e tradizioni che impediscono alle ragazze di studiare, abusi che vanno dal matrimonio precoce al reclutamento forzato da parte di gruppi armati”, ha detto Anaba.

Hauwa Joseph è stata salvata nella foresta di Sambisa con suo figlio il 12 giugno 2022, nell’area del governo locale di Bama. Due giorni dopo, il 14 giugno 2022, l’esercito ha liberato anche Mariam Dauda e suo figlio durante un pattugliamento nell’ambito dell’operazione Hadin Kai. Entrambe hanno raccontato di essere state costrette a sposare comandanti islamisti, poi uccisi dall’esercito, e di aver avuto figli da loro. Mariam, rapita a 18 anni e cristiana al momento del sequestro, ha riferito di essere stata convertita con la forza e ha aggiunto: “Nella foresta di Sambisa ci sono ancora altre ragazze di Chibok. Anche loro sono state sposate; almeno una ventina sono ancora lì”, elencandone alcuni nomi.
Il rapimento di Chibok, invece di segnare una svolta nella protezione degli studenti, è diventato un precedente imitato da nuovi gruppi armati, favorito anche dalla frammentazione di Boko Haram in cellule jihadiste e bande dedite al banditismo. A marzo 2024, a Kuriga nello Stato di Kaduna, uomini armati hanno rapito 287 studenti chiedendo un riscatto di un miliardo di naira: poco meno di 600.000 euro, circa 2.000 euro a ostaggio. L’attacco alla scuola St. Mary’s, la settimana scorsa nello Stato del Niger, in cui sono stati rapiti anche 12 insegnanti, è uno dei peggiori rapimenti di massa mai registrati in Nigeria, superiore persino a quello di Chibok. Nelle ultime settimane nuovi assalti hanno riacceso l’allarme: nello Stato del Niger sono stati sequestrati 303 studenti da un dormitorio cattolico, e appena cinque giorni prima, nel vicino Stato di Kebbi, altri 25 studenti erano stati rapiti. Secondo l’Unicef, solo il 37% delle scuole nei dieci Stati più a rischio dispone di sistemi di allerta precoce.
Nel nord-est della Nigeria gli attacchi dei militanti jihadisti contro i civili sembrano essersi attenuati negli ultimi mesi, ma gli insorti hanno intensificato gli attacchi alle basi militari, usando droni e una potenza di fuoco elevata, uccidendo soldati e rubando armi. La prospettiva di una stabilizzazione appare quindi remota.
Secondo Agora Policy, think tank nigeriano che da tempo chiede una riforma della polizia, almeno 100.000 agenti — oltre un quarto dell’intera forza, la più numerosa dell’Africa — sono assegnati alla protezione di VIP e politici. Un agente di basso rango guadagna circa 80.000 naira al mese (circa 50 euro), ma quando lavora per politici o funzionari può ricevere “gratifiche” in cibo e regali di valore superiore allo stipendio, oltre a correre rischi minori. I militari guadagnano poco di più: uno soldato semplice percepisce 114.000 naira (circa 75 euro) al mese, che possono salire a 200.000 naira se impiegato in prima linea contro gli insorti.



