Un “gruppuscolo di soldati”. Così nella serata di domenica rivolgendosi alla nazione dalla televisione di Stato, il presidente del Benin, Patrice Talon, ha definito i militari che qualche ora prima avevano provato a rovesciarlo, riescendo a prendere per qualche ora il controllo della televisione e amplificando in questo modo il loro messaggio.
Dopo ore di incertezze e dopo un raid aereo – compiuto secondo fonti concordanti da caccia nigeriani contro una caserma della Guardia nazionale – i militari rimasti fedeli a Talon hanno ripreso il controllo della situazione, hanno effettuato arresti e si sono messi alla ricerca dei soldati colpevoli del tentato golpe. Questi ultimi – ha detto lo stesso Talon – si sarebbero coperti la fuga facendo dei prigionieri.
Nel video trasmesso in tv, Talon appare calmo, ringrazia chi lo ha sostenuto, commemora le vittime (ma non ci sono ancora dati in merito su questo) e accusa i militari colpevoli del golpe di aver provato a far precipitare il Paese in una “avventura senza futuro” che avrebbe avuto “conseguene disastrose”.
Il discorso di Talon – dopo che qualche ora prima era stato il ministro degli Interni ad annunciare il fallimento del golpe – era atteso e i dubbi sulla sua incolumità o incapacità a governare si sarebbero fatti più seri nel caso di una mancata apparizione.
Di certo, il tentato golpe deve essere stato più articolato di quanto possa emergere dalla lettura delle reazioni. Intanto, a supporto di Talon, l’Ecowas – l’organizzazione che riunisce i Paesi della regione – ha annunciato lo schieramento in Benin di truppe provenienti da Nigeria, Costa d’Avorio, Sierra Leone e Ghana.



