15/07/13 – Mali – Presidenziali: ramadan e caldo, campagna sottotono

di AFRICA

A meno di due settimane dalle presidenziali, prosegue nella calma e senza grande partecipazione dei maliani la campagna elettorale dei 28 candidati in lizza. In un paese musulmano al 90%, il mese del digiuno del Ramadan sta facendo passare in secondo piano comizi e scadenza elettorali. Fonti di stampa locale riferiscono che dopo i meeting inaugurali dei candidati, Bamako sembra osservare uno sciopero generale (chiamato ‘ville morte’): al digiuno diurno si aggiungono temperature elevate che non favoriscono la partecipazione dei cittadini alla campagna elettorale. Fonti locali della MISNA confermano che la gente sta vivendo il periodo pre-elettorale “nella calma e nella speranza di un pieno ritorno alla pace” dopo la crisi armata che ha destabilizzato le regioni settentrionali per più di un anno e mezzo.

Di fatto sicurezza, pace e riconciliazione sono i temi portanti dei programmi elettorali dei 28 candidati. Una scelta un po’ diversa è stata fatta dall’ex primo ministro di transizione, l’astrofisico Cheick Modibo Diarra, e dal suo Raggruppamento per lo sviluppo del Mali (RpDM) che accanto alla sfida della sicurezza nazionale, che implica “il potenziamento dell’esercito nazionale al nord”, ha insistito sull’ “urgenza di garantire la sicurezza alimentare ma anche la sanità e l’istruzione” al maggior numero di persone.

Per la prima volta un candidato di peso, l’ex primo ministro Ibrahim Boubacar Keïta (Ibk), candidato del Raggruppamento per il Mali (Rpm), ha raggiunto l’instabile capoluogo di Kidal proprio nel giorno in cui è previsto il ritorno del governatore, il colonnello Adama Kamissoko. In città, dove scarseggiano acqua e corrente elettrica, sono ancora i gruppi armati tuareg ad avere una posizione dominante, in particolare il Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla). “E’ difficile vivere in queste condizioni ma è ancora più difficile organizzare con serenità il voto del 28 luglio. Ma rimarrò qui fino al primo turno e porterò personalmente i risultati a Bamako” ha dichiarato il governatore di Kidal.

A Parigi, dove ha incontrato il presidente maliano ad interim Dioncounda Traoré, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, ha chiesto a tutte le parti di “rispettare i risultati anche se il voto non sarà perfetto”, auspicando che possa svolgersi “in un clima sereno”.

Ha invece contribuito a ricordare ai maliani e alla comunità internazionale che il Mali rimane un paese instabile la notizia del ritrovamento di un corpo senza vita nella regione settentrionale di Tessalit, al confine con l’Algeria, presumibilmente quello dell’ostaggio francese Philippe Verdon. La sua spoglia è già stata trasferita a Gao, nell’ospedale militare allestito dai soldati francesi, impegnati militarmente in Mali dallo scorso gennaio nell’ambito dell’offensiva Serval. La zona è quella teatro lo scorso febbraio di intensi combattimenti tra gruppi jihadisti, truppe francesi e ciadiane. Il mese dopo Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) aveva annunciato l’uccisione di Verdon. Parigi sta effettuando ulteriori verifiche prima di confermare in via ufficiale il decesso del cittadino francese. – Misna

 

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