In Madagascar i lemuri diventano cibo, tredicimila consumati ogni anno

di claudia
lemuri

Quasi 13.000 lemuri vengono uccisi e venduti ogni anno nelle città malgasce, dove la loro carne è diventata una prelibatezza per una clientela urbana benestante. Lo rivela un’indagine, pubblicata su Conservation Letters, basata su 2.600 interviste in 17 città. Dallo studio si apprende che la vendita avviene in gran parte in modo clandestino: circa 94‑95% delle transazioni coinvolge direttamente cacciatori e clienti fidati, mentre solo una minima parte – circa 5‑6% – passa per ristoranti.

Molti consumatori giustificano la scelta con presunti benefici per la salute, sapore “superiore” rispetto alla carne allevata, o come segno di status sociale. Alcuni dichiarano che “nessuno vuole smettere di mangiarlo” dopo il primo assaggio.

Le conseguenze ecologiche sono però gravi. Numerose specie di lemuri, già minacciate dalla perdita dell’habitat e dalla caccia tradizionale, rischiano ora l’estinzione a causa della domanda crescente nelle aree urbane.

Ricercatori e Ong avvertono che, senza interventi urgenti – restrizioni sulle armi, alternative economiche per i cacciatori, campagne per ridurre la domanda –, i lemuri del Madagascar potrebbero presto scomparire dalle foreste.

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