La giunta militare al potere in Guinea Bissau ha istituito ieri un Consiglio nazionale di transizione, otto giorni dopo il colpo di stato che ha portato l’esercito al potere nel Paese africano. Lo riportano i media locali.
L’Alto comando militare per il ripristino dell’ordine, così si chiama il gruppo di militari golpisti bissauensi, ha pubblicato ieri sera tre risoluzioni che istituiscono un Consiglio nazionale di transizione (Cnt, un organo consultivo che avrà la missione di preparare gli strumenti della transizione e di controllare gli organi del potere e le loro attività) e una Carta di transizione (il cui obiettivo è “ripristinare la legalità costituzionale”), mentre la terza risoluzione spiega le ragioni del colpo di Stato. Secondo la giunta, infatti, l’esercito è stato costretto a intervenire dopo le elezioni perché la Guinea Bissau si trovava ad affrontare una situazione politica “grave”, in un contesto elettorale segnato da controversie e tensioni che avrebbero potuto “degenerare in una guerra civile etnica”. Sulla base di ciò, l’Alto comando militare per il ristabilimento dell’ordine ritiene che l’esercito avesse l’obbligo di agire e cambiare “l’ordine costituzionale con la forza”.
Il primo articolo della risoluzione che istituisce la Carta di transizione scioglie l’attuale Alto consiglio della magistratura per l’intera durata della transizione e nomina un nuovo procuratore generale della Repubblica, nonostante la giunta affermi di voler preservare il funzionamento del sistema giudiziario come delineato dalla Costituzione.


