di Valentina Giulia Milani
Il Comitato internazionale della Croce Rossa segnala quasi 7.000 scomparsi e una crisi umanitaria sempre più grave nel Darfur settentrionale. Le Rsf sono accusate da Onu e ong di violenze sistematiche, estorsioni e uccisioni di massa.
Quasi 7.000 persone risultano scomparse in Sudan dall’inizio della guerra il 15 aprile 2023. Lo riferisce il Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) in una nota nella quale viene sottolineato che la crisi umanitaria si sta aggravando rapidamente, in particolare nello Stato del Darfur settentrionale.
Secondo l’organizzazione, le Forze di supporto rapido (Rsf) hanno arrestato migliaia di civili: alcuni sarebbero stati rilasciati solo dopo il pagamento di riscatti, altri sarebbero morti per fame o per mancanza di cure nei centri di detenzione, mentre il destino della maggior parte resta sconosciuto. Hussein Ibrahim Rassoul, vice coordinatore della sicurezza economica dell’Icrc in Sudan, ha spiegato che l’organizzazione “ha registrato quasi 7.000 persone scomparse dall’inizio del conflitto fino ad oggi”. In collaborazione con la Mezzaluna rossa sudanese, l’Icrc ha inoltre facilitato centinaia di telefonate nella località di Tawila, nel Darfur settentrionale, per aiutare le famiglie a ristabilire un contatto con i propri cari.
Le Nazioni Unite e varie organizzazioni per i diritti umani accusano le Rsf di gravi violazioni dopo l’entrata a El Fasher il 26 ottobre, tra cui uccisioni di massa, esecuzioni di malati, detenzioni a scopo di estorsione e violenze sessuali.

Rassoul ha affermato che l’Icrc sta ampliando l’assistenza alle famiglie arrivate di recente a Tawila, con un supporto che raggiungerà 12.000 nuclei familiari (circa 72.000 persone). La località, situata 60 chilometri a ovest di El Fasher, ospita oggi 655.000 sfollati interni: il 21% vive in campi formali, mentre il 74% si è insediato in rifugi informali e in aree aperte. L’Icrc ha già fornito aiuti in denaro a 10.000 famiglie, pari a 60.000 sfollati. In una dichiarazione separata, il portavoce Adnan Hizam ha riferito che, insieme alla Mezzaluna rossa, l’organizzazione ha distribuito 1.200.000 sterline sudanesi a 8.000 famiglie nella sola area di Tawila la settimana scorsa. L’Icrc sostiene inoltre le forniture mediche e le attività operative dell’ospedale sostenuto da Medici senza frontiere e prevede la distribuzione di filtri per il trattamento dell’acqua.
Secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) pubblicato il 29 ottobre, il 98% delle famiglie a Tawila non dispone di materiali essenziali per dormire, come coperte, materassi e zanzariere. Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) ha evidenziato che molte famiglie dormono all’aperto, aumentando il rischio di violenze ed abusi per donne e ragazze. L’Oim segnala inoltre che l’86% degli sfollati soffre di un consumo alimentare insufficiente e che il 30% dei bambini sotto i cinque anni è malnutrito o non cresce adeguatamente.


