A due anni dal devastante terremoto che ha colpito il Marocco, i sopravvissuti hanno manifestato a Rabat per chiedere l’inclusione nel programma di ricostruzione nazionale. Secondo i dati ufficiali, 45.800 abitazioni sono state ricostruite, ma molte famiglie, tra cui quelle provenienti dalle province di Ouarzazate e Azilal, denunciano di essere state escluse dagli aiuti.
I manifestanti hanno esposto cartelli con slogan come “No all’esclusione, no alla marginalizzazione” e “Un tetto per ogni vita, la dignità non ha prezzo”. Alcuni, come Ibrahim Achkijou, hanno riferito di vivere ancora in container vicino a Marrakech, definendo la situazione una “grande ingiustizia”. Anche Aicha Ouchane, proveniente da Ouarzazate, ha denunciato condizioni di vita precarie in un garage, lamentando l’assenza di spiegazioni ufficiali per l’esclusione dagli aiuti.
Il governo marocchino ha stanziato 465 milioni di dollari per la ricostruzione e ha previsto un piano quinquennale da 11,7 miliardi di dollari, ma le proteste evidenziano disuguaglianze nell’accesso agli aiuti. Le autorità non hanno ancora fornito dati aggiornati sulle province non incluse nel programma.
Le manifestazioni odierne sottolineano la crescente frustrazione tra le comunità colpite, che chiedono maggiore trasparenza e equità nella distribuzione degli aiuti e nella ricostruzione post-sisma.


