Il Marocco ha compiuto un passo decisivo per regolamentare il settore delle valute digitali. Il ministro dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato un progetto di legge per gli “asset-crypto” che introduce, per la prima volta nel Paese, un quadro legale destinato alle attività legate alle criptovalute. Lo riporta il sito Le Matin.ma.
Il testo definisce i prestatori di servizi sugli asset-crypto e gli emettitori di token come operatori autorizzati, stabilisce un regime di licenza obbligatorio per le piattaforme di scambio e i soggetti che vogliono operare sul pubblico, e impone requisiti rigorosi in termini di capitale, governance e conformità.
Il progetto di legge copre in particolare “i token utilitari” (che danno accesso a beni o servizi) e i “stablecoin” (token legati ad asset volti a mantenere valore stabile). Sono invece esclusi strumenti quali la finanza decentralizzata (DeFi), i non-fungible tokens (Nft) e il mining, almeno nella versione attuale del testo.
Obiettivo dichiarato dal governo: proteggere gli investitori, garantire la trasparenza, prevenire il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, e rafforzare l’integrità dei mercati finanziari del Regno unito all’internazionalizzazione del settore — in linea con le raccomandazioni del Groupe d’action financière (Gafi) e del Fmi.
Se adottata, questa normativa porrebbe il Marocco tra i Paesi africani più avanzati dal punto di vista della regolamentazione delle criptovalute, aprendo potenzialmente nuovi spazi per fintech e innovazione digitale, pur sollevando qualche timore per i requisiti di ingresso potentemente selettivi per le start-up locali.


