a cura della redazione
A Bari la Mediterranean Innovation Agrifood Week diventa laboratorio di cooperazione e innovazione. Dal 25 al 28 novembre imprese dal Mediterraneo e dall’Africa condivideranno soluzioni sostenibili per cibo, energia e risorse. Registrati cliccando qui per scoprire tutte le innovazioni che verranno presentate.
Non chiamatelo solo un evento. Quella che si terrà a Bari dal 25 al 28 novembre prossimi è una vera e propria piattaforma per un nuovo paradigma di cooperazione. La Mediterranean Innovation Agrifood Week, organizzata dal CIHEAM Bari, si preannuncia come un momento di svolta, un laboratorio a cielo aperto dove il futuro della sostenibilità si progetta in una “sinergia paritaria”. Lontano dai vecchi modelli assistenzialisti, l’evento pone il genio imprenditoriale africano e mediterraneo al centro del dialogo con il mondo economico e istituzionale italiano, come attore paritario nella soluzione delle sfide globali.
Con la partecipazione di 60 startup provenienti da 12 Paesi, inclusa una folta delegazione africana, oltre a 14 organizzazioni internazionali e più di 50 esperti, la filosofia è chiara e racchiusa nel motto “MEET, SHARE, EMPOWER”: incontrarsi, condividere, potenziare. Come spiega Biagio Di Terlizzi, direttore del CIHEAM Bari, l’approccio è “intrinsecamente bottom-up”. Non si tratta di “esportare soluzioni preconfezionate”, ma di “identificare, valorizzare e connettere le intelligenze imprenditoriali locali”. Le startup africane presenti, sottolinea, “non sono beneficiarie passive, ma protagoniste attive di un dialogo paritario”.

Storie di impatto: il volto dell’innovazione africana
Ed è proprio guardando ai profili di queste imprese che si comprende la portata culturale e sociale dell’evento. Le startup africane e mediterranee portano a Bari soluzioni ingegnose che rispondono con precisione a bisogni critici, raccontando storie di resilienza, creatività e profondo legame con il territorio.
Prendiamo InspCorp dal Kenya. La loro non è una semplice proposta di energia pulita. Sviluppano sistemi agri-fotovoltaici integrati, con una tecnologia proprietaria (Solar F2) che gestisce la distribuzione della luce per permettere la coltivazione ottimale sotto i pannelli. In un colpo solo, affrontano il nesso cibo-acqua-energia, massimizzando la cattura dell’acqua piovana e garantendo la produzione agricola. È un esempio lampante di adattamento climatico.
Sempre dal Kenya, Sea Ventures incarna la rivoluzione della “blue economy”. Questa startup di Mombasa ha implementato un modello di economia circolare che trasforma gli scarti della pesca, un problema ambientale locale, in mangimi e fertilizzanti organici di alta qualità. Lavorando direttamente con i pescatori locali, Sea Ventures crea valore condiviso, pulisce l’ambiente e offre un prodotto sostenibile.
Dall’Egitto, la startup Agricash sta rivoluzionando l’accesso al credito per i piccoli agricoltori. Offre soluzioni Agri-Fintech “Buy Now, Pay Later” (Compra ora, paga dopo) a interesse zero, superando le barriere culturali e religiose legate ai prestiti tradizionali. È una storia di inclusione finanziaria che sblocca il potenziale delle comunità rurali. Nello stesso Paese, AlProtein risponde alla sfida della sicurezza alimentare producendo proteine alternative da microalghe e lenticchie d’acqua. Si tratta di una soluzione non solo salutare ed economica, ma che riduce drasticamente l’utilizzo di risorse e le emissioni.
Il filo dell’innovazione unisce la tradizione al futuro. Sheghel Emeh del Libano usa la disidratazione moderna per trasformare le eccedenze agricole in pasti pronti all’uso, ispirati alla “Mouneh”, l’antica arte libanese della conservazione. In questo modo, riducono lo spreco alimentare, supportano gli agricoltori e preservano un patrimonio culinario. Similmente, Maiti Cosmetics dalla Tunisia valorizza la “ricchezza botanica” locale creando cosmetici naturali e lavorando a stretto contatto con artigiani e contadini.

Un impatto globale: soluzioni locali per sfide planetarie
Le storie di queste startup non sono aneddoti isolati. Rappresentano un ecosistema vivace che sta generando risposte concrete alle più grandi sfide del nostro tempo.
La sicurezza alimentare è al centro. Le tecnologie per creare nuove proteine come fa AlProtein, la riduzione degli sprechi di Sheghel Emeh o il rafforzamento delle filiere locali, come quella del cacao in Uganda promossa da Natures Harvest KK Limited, sono tutte soluzioni scalabili per nutrire una popolazione in crescita.
La gestione delle risorse idriche in contesti di scarsità è affrontata con ingegneria e intelligenza. Le soluzioni di InspCorp che integrano raccolta dell’acqua e agricoltura o le piattaforme di smart-water management come SMART WTI dalla Giordania dimostrano un approccio sostenibile e tecnologico.
Infine, la lotta al cambiamento climatico. Dalle micro-reti energetiche per comunità rurali di Athel Technology in Kenya all’economia circolare di Sea Ventures, queste innovazioni non sono solo “green”, ma rappresentano modelli di sviluppo resilienti e a basse emissioni.
Come sottolinea Damiano Petruzzella, responsabile Innovation del CIHEAM Bari, questa settimana non è un punto di arrivo, ma un “potente acceleratore” per costruire un ecosistema permanente. Un ecosistema che, prima di tutto, valorizza “i tanti giovani e la loro creatività”.
Forse, il risultato più prezioso sarà una rinnovata immagine del Mediterraneo e dell’Africa: non più una frontiera che divide, ma un mare pulsante di connessioni, idee e futuro.
Registrati cliccando qui per scoprire tutte le innovazioni che verranno presentate a Bari dal 25 al 28 novembre.


