L’insicurezza alimentare nell’Africa meridionale è in peggioramento a causa dell’instabilità climatica, delle infestazioni parassitarie e degli shock economici. Secondo le stime del programma regionale di valutazione della vulnerabilità (Rvaa) della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc), 46,3 milioni di persone in sette Paesi – Botswana, Repubblica Democratica del Congo, eSwatini, Lesotho, Madagascar, Sudafrica e Tanzania – rischiano di affrontare una grave insicurezza alimentare durante il periodo 2025/26.
Da una nota dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), si apprende che dal 14 al 16 luglio, rappresentanti di 11 Stati membri della Sadc, insieme a partner regionali e internazionali tra cui il Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp), la rete Fews Net e l’Unità regionale di supporto dell’Ipc, si sono riuniti in modalità virtuale per il Forum annuale di diffusione dei risultati del programma Rvaa (Regional Vulnerability Assessment and Analysis Programme). I lavori si sono conclusi il 17 luglio con la 29ª riunione del Comitato direttivo. Nonostante le difficoltà legate alla raccolta dati e alle risorse finanziarie – viene precisato – sette Stati membri hanno completato le proprie valutazioni nazionali e presentato i risultati, confluiti nel Rapporto regionale 2025 sullo stato della sicurezza alimentare e nutrizionale nella regione, convalidato dal Comitato regionale di valutazione della vulnerabilità (Rvac).
Il rapporto evidenzia un aumento preoccupante dell’insicurezza alimentare, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, in Mozambico e nelle aree urbane a basso reddito. Le cause principali includono la siccità indotta da El Niño nel 2024, conflitti in corso e l’elevato costo dei generi alimentari. Allo stesso tempo, piogge regolari o superiori alla media nella stagione 2024/25 hanno favorito un moderato recupero della produzione cerealicola e del pascolo in Paesi come Tanzania, Lesotho ed eSwatini.
La medesima fonte sottolinea che, durante la riunione del Comitato direttivo, è stata ribadita l’urgenza di potenziare gli investimenti nell’analisi regionale della sicurezza alimentare. Il Comitato ha lanciato un appello alla mobilitazione di risorse per avviare un’analisi sistemica dei quadri nazionali esistenti, passo fondamentale verso la realizzazione entro il 2026 di un modello armonizzato di valutazione della vulnerabilità per l’intera regione.


