Benin e Togo, tra i Paesi più piccoli dell’Africa occidentale, rivelano un’incredibile ricchezza culturale, storica e spirituale. I loro confini geopolitici rappresentano un’imposizione su lingue, tradizioni e culture di matrice comune, mentre le vere frontiere sono quelle naturali, definite dalla morfologia del territorio e dagli ecosistemi: a nord, falesie, savane; a sud e lungo la fascia atlantica, foreste lussureggianti, zone umide e spiagge punteggiate di palme.
Il filo conduttore che unisce queste due nazioni è la profonda devozione a una religiosità tradizionale che dà senso e ritmo al quotidiano. Nelle regioni settentrionali prevale la spiritualità animista, con il culto dei feticci e degli antenati che orienta la vita dei villaggi; in quelle meridionali domina invece il Vudu, una religione di straordinaria complessità, spesso travisata nell’immaginario occidentale. Nulla a che vedere con bamboline spillate o sortilegi: il Vodu è un patrimonio ancestrale nato sulle coste del Golfo di Guinea e poi diffuso in Brasile e nei Caraibi, seguendo il drammatico percorso della tratta degli schiavi, che per quasi tre secoli ha visto Benin e Togo teatro della sofferenza di milioni di persone, in un passato doloroso di cui ancora restano evidenti tracce nel territorio.
Il nostro viaggio prenderà il via dal litorale atlantico, tra metropoli vivaci, villaggi intrisi di storia e complessi ecosistemi fluviali e lagunari. Nel cuore della foresta, avremo il privilegio di assistere ad una cerimonia legata alle festività del Kpetatrotro, una delle ricorrenze più importanti del calendario Vudu,, che celebra l’inizio di un nuovo ciclo stagionale, rinnovando il potere delle divinità e caricando di energia i feticci sacri attraverso sacrifici e danze.
Proseguiremo verso nord, attraversando la linea invisibile che separa il mondo costiero dalle aride terre saheliane. Qui incontreremo popoli dall’identità composita, visiteremo coloratissimi mercati settimanali e villaggi dalle sorprendenti architetture tradizionali, con case-fortezza costruite con grande ingegno e visione difensiva.
Raggiungeremo Abomey, antica capitale del potente Regno del Dahomey, per addentrarci poi nell’affascinante regione Yoruba, lungo il confine con la Nigeria, e concluderemo il nostro periplo sulla costa, tra pittoreschi villaggi su palafitte e celebrazioni che narrano storie millenarie di comunità e tradizioni.
Un itinerario inedito, lontano dai percorsi più battuti, che in due settimane offre l’opportunità di approfondire le molte sfaccettature di questi complessi microcosmi culturali, scoprire modi alternativi di vivere e interpretare la realtà, e visitare i luoghi più suggestivi e significativi di Benin e Togo, in un’esperienza intensa, ricca e profondamente coinvolgente.
7 – 20 FEBBRAIO
3.950 €
(voli, tasse aeroportuali e assicurazione medico-bagaglio-annullamento inclusi)
Segreteria Viaggi per informazioni e prenotazioni:
tel. 375 535 3235 (lun-ven 9-16)
ITINERARIO
Giorno 1- 7/2
Partenza dall’Italia – Cotonou
Giorno 2 -8/2
Cotonou – Ouidah
Giorno 3 -9/2
Ouidah – Aneho
Giorno 4 – 10/2
Aneho – Lomè
Giorno 5 – 11/2
Lome – Atakpame
Giorno 6 – 12/2
Atakpame – Sokode
Giorno 7 – 13/2
Sokode – Kara
Giorno 8 – 14/2
Kara – Pays Tamberma – Kara
Giorno 9 – 15/2
Kara – Copargo – Pays Taneka – Djougou
Giorno 10 – 16/2
Djougou – Dassa Zoumè
Giorno 11 – 17/2
Dassa Zoumè – Abomey – Ketou
Giorno 12 – 18/2
Ketou – Porto Novo
Giorno 13 – 19/2
Porto Novo – Ganviè – Cotonou
Giorno 14 – 20/2
Rientro in Italia
LA GUIDA – IRENE FORNASIERO
Antropologa di formazione, ha condotto ricerche etnografiche in Angola e Mozambico, occupandosi di memoria e ricostruzione in contesti post-bellici. Con taccuino e macchina fotografica ha poi percorso le strade di circa quaranta Paesi africani, focalizzando l’attenzione sulle aree più complesse e difficilmente accessibili del continente.
Viaggiatrice instancabile, nel tempo ha trasformato questa passione in una professione, creando itinerari personalizzati e accompagnando viaggiatori alla scoperta di destinazioni poco note.
Da più di 10 anni collabora con la Rivista Africa, per la quale oggi cura i programmi de “I Viaggi di Africa”, di cui è responsabile.
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