di Andrea Spinelli Barrile
Forti polemiche stanno infiammando nelle ultime ore il mondo del calcio africano, dopo l’annuncio da Rabat del presidente della Confederazione africana di calcio, Patrice Motsepe: 2028 la Coppa d’Africa si giocherà ogni quattro anni e dal 2029 nascerà una Lega delle Nazioni africane annuale, simile a una Coppa d’Africa ma senza i giocatori di prima fascia.
La Coppa d’Africa, dal 2028, verrà giocata ogni quattro anni e, secondo quanto annunciato sabato a Rabat, in Marocco, dal presidente della Confederazione africana di calcio (Caf) Patrice Motsepe verrà creata una Lega delle nazioni africane si terrà annualmente a partire dal 2029 e che è stata descritta come “l’equivalente di una Coppa d’Africa ogni anno”. Nella Lega delle nazioni, tuttavia, le nazionali africane non schiereranno i giocatori di prima fascia.
L’annuncio di Motsepe ha scatenato fortissime polemiche nel mondo del calcio africano, tra tifosi, osservatori e grandi big. I critici sostengono che spostare la Coppa d’Africa a un ciclo quadriennale ridurrebbe la visibilità e lo slancio del torneo, soprattutto in un momento in cui il calcio continentale sta cercando di raggiungere una maggiore rilevanza globale dopo il successo dell’ultima edizione, in Costa d’Avorio. Altri temono che potrebbe limitare le opportunità per giocatori, allenatori e nazioni ospitanti, incidendo anche sullo sviluppo e sui flussi di entrate legati al regolare svolgimento della competizione.
Già nel 2020 era stata paventata questa possibilità ma poi non se ne era fatto nulla. La Coppa d’Africa è da tempo motivo di tensione tra la Caf e i club europei, con le edizioni precedenti criticate per la loro sovrapposizione con i calendari dei campionati nazionali: la Caf ha anche tentato di spostare il torneo in estate, ma le difficoltà logistiche e gli scontri con altri tornei importanti hanno costretto a tornare al tradizionale calendario invernale. Motsepe, nel rendere publica la storica svolta del calcio africano, ha detto che tale decisione è stata presa in collaborazione con Gianni Infantino e il segretario generale della Fifa, Mattias Grafstrom, sottolineando che la Caf è dovuta “scendere a compromessi”. La nuova struttura del campionato africano di calcio prevede un aumento del montepremi della Coppa d’Africa, da 7 a 10 milioni di dollari: “La Coppa d’Africa genera” introiti che sono “venti volte meno degli europei” ha detto Motsepe. “Avere una Coppa d’Africa ogni due anni è un vantaggio a livello commerciale? Ha sviluppato le infrastrutture? Pensate a spenderla ogni quattro anni”.

“Purtroppo, l’influenza coloniale non ha mai veramente abbandonato il nostro calcio. La Fifa ha di fatto rafforzato la sua presa sul calcio africano, mentre i dirigenti della Caf rimangono eccessivamente sottomessi, privi di visione, pianificazione o ambizione indipendenti. È una vergogna, Patrice Motsepe sembra nient’altro che un burattino di Infantino” si legge in un commento ad un post su Facebook della federazione nigeriana di calcio in cui si da la notizia. Il giornalista del quotidiano nigeriano The Guardian, Osasu Obayiuwana, ha scritto in un editoriale: “Nel febbraio 2020, il presidente della Fifa Gianni Infantino ha dichiarato che una Coppa d’Africa biennale ‘era inutile’ e che avrebbe dovuto diventare un evento quadriennale. Il 20 dicembre 2025, Infantino ha ottenuto ciò che voleva. Dal 2028, l’evento diventerà quadriennale. Piango per l’Africa”.
Una posizione che è molto condivisa. Sono state sollevate preoccupazioni anche sulle implicazioni più ampie per lo sviluppo del calcio africano: l’autore sudafricano Matsatsela Sesu sostiene che la frequenza del torneo ha aiutato le nazioni meno calcisticamente sviluppate: “Ogni due anni dà ad altri paesi come Zimbabwe, Namibia e Malawi la possibilità di costruire stadi e infrastrutture. L’Europa è sviluppata, quindi non possiamo paragonarla all’Africa”. Ma le critiche arrivano anche dall’interno del mondo del calcio africano: Mohamed Aboutrika, ex-stella di Egitto e dell’Al Ahly, ha lanciato un duro attacco pubblico contro Motsepe, accusando il sudafricano di dare priorità agli interessi europei rispetto allo sviluppo del calcio nel continente. In un post sui suoi canali social, l’ex-calciatore ha scritto i cambiamenti minano l’identità e l’autonomia del calcio africano: “La Confederazione calcistica africana è al servizio del calcio europeo” ha scritto, andandoci giù pesante e suggerendo che le decisioni fossero guidate dalla mancanza di fiducia nel valore del calcio africano: “Questo accade quando non ti rendi conto del tuo vero valore e status: chi non ha qualcosa non può darla”.
Patrice Motsepe, dopo il suo annuncio e con il montare della polemica, ha difeso le decisioni, sostenendo che il congestionato calendario internazionale ha reso sempre più difficile lo sviluppo delle competizioni africane: secondo lui, le riforme fanno parte di una strategia più ampia per allineare il calcio africano al calendario mondiale e migliorarne la forza commerciale.

In una chiacchierata esclusiva con Briefly News, il giornalista sportivo Michael Afolayan si è detto “non contento” della decisione del Motsepe di spostare la competizione a un ciclo quadriennale, come gli Europei e la Copa America, lasciando intendere che il presidente della Caf si è piegato alle pressioni della Fifa e che i club europei hanno difficoltà a liberare i giocatori durante il periodo di gennaio e febbraio, quando si gioca sempre la Coppa d’Africa: “Motsepe non lo fa per il bene del calcio africano; piuttosto, lo fa per allinearsi alla Fifa e ai club europei che chiedono a gran voce che il calendario delle competizioni venga modificato. Ci vorranno anni perché gli africani si adattino a questo nuovo ciclo quadriennale, perché siamo abituati ad aspettare un anno o due per poterci godere il nostro torneo continentale di calcio”. E comunque, secondo Afolayan, “questo passaggio a un ciclo quadriennale non impedirà ai club europei di comportarsi in modo strano” ad ogni Coppa d’Africa: “Avranno comunque difficoltà a svincolare i loro giocatori migliori per la competizione”.
Per i club europei la Coppa d’Africa è un costo soprattutto sportivo e competitivo, più che una voce diretta di spesa o compensazione finanziaria. I costi reali comprendono le assenze fino a circa 5 settimane con perdita di disponibilità dei giocatori, il calo di rendimento medio post-torneo, stimato tra 3 e 7%, e i possibili effetti competitivi e finanziari (partite perse, premi, mercato). Per tornei sotto l’ombrello Fifa, come il Mondiale, esistono programmi di compensazione per i club, che si basano di solito su un importo per giorno di convocazione per ogni giocatore. Per la Coppa d’Africa, invece, non esiste un fondo di compensazione analogamente strutturato.


