CORSO ONLINE “GEOPOLITICA DELL’AFRICA”

L’Africa riveste oggi un ruolo sempre più centrale nella geopolitica mondiale. Le sue risorse, la sua demografia in crescita e la sua posizione strategica attirano gli interessi delle grandi potenze globali e regionali. Ma è anche un continente che elabora autonomamente risposte politiche, sociali ed economiche alle sfide interne ed esterne.

“Africa al centro” è un corso online pensato per comprendere in profondità le dinamiche di un continente in pieno fermento, attraversato da tensioni, trasformazioni e nuove ambizioni, troppo spesso raccontato con superficialità o attraverso sguardi parziali.

Un percorso formativo – curato da Gianfranco Belgrano e Marco Trovato – attraverso gli scenari internazionali che vedono L’Africa protagonista: dalle nuove sfide del multipolarismo alle relazioni con Cina, Russia, Stati Uniti, Unione Europea e le potenze emergenti.

Guidati da studiosi, analisti e africanisti tra i più autorevoli del panorama italiano, esploreremo i temi chiave della geopolitica africana: dal ritorno del multipolarismo alle rivalità tra potenze, dalle proteste popolari ai nuovi autoritarismi, passando per il Sahel, il Corno d’Africa, il Golfo di Guinea, l’Africa australe e i legami sempre più intensi con Medio Oriente e Asia (un corso specifico dedicato al Nord Africa sarà disponibile a partire da gennaio).

Lezione dopo lezione analizzeremo con uno sguardo critico e documentato – e con un linguaggio al tempo stesso accessibile e rigoroso – le profonde trasformazioni in atto e le sfide che attraversano il continente più giovane e promettente del pianeta. L’obiettivo è fornire strumenti di comprensione e chiavi di lettura aggiornate a un pubblico curioso, attento e consapevole.

Un corso di geopolitica su un continente sempre più protagonista della scena globale: per chi vuole orientarsi, con spirito critico, nel nuovo e turbolento ordine mondiale.

• 9 ottobre – L’Africa nell’era Trump e la proposta del Piano Mattei

con Mario Giro (africanista, membro della Comunità di Sant’Egidio, già viceministro degli Affari Esteri)

La lezione di apertura affronta un tema cruciale: il rapporto dell’Africa con l’Occidente in una fase di profondi mutamenti globali. Con l’amministrazione Trump si è assistito a un progressivo disimpegno strategico degli Stati Uniti dal continente africano, compensato solo in parte da interventi selettivi di tipo militare o commerciale, spesso improntati a logiche unilaterali. Questo vuoto ha lasciato spazio ad altri attori, ma ha anche rivelato le incertezze della politica estera occidentale verso l’Africa. In questo contesto, il Piano Mattei proposto dall’Italia si presenta come una nuova narrazione europea, che ambisce a costruire una relazione più equilibrata e cooperativa. Ma quali sono i rischi di retoriche paternalistiche o strumentali? E quali possibilità di un reale partenariato si aprono oggi tra Europa e Africa?

• 16 ottobre – Africa irrequieta: proteste popolari, nuovi sovranismi e derive autoritarie

con Giovanni Carbone (professore ordinario di Scienza Politica presso l’Università degli Studi di Milano e responsabile del Programma Africa dell’Ispi)


Mentre l’attenzione internazionale spesso si concentra sulle crisi umanitarie e sui conflitti armati, il continente africano è attraversato da fermenti politici di grande rilevanza. In molti Paesi, le nuove generazioni scendono in piazza per rivendicare diritti, trasparenza e giustizia sociale, spesso contro governi autoritari o élite corrotte. Allo stesso tempo, si assiste a un ritorno preoccupante di regimi militari e leader populisti, che capitalizzano la disillusione popolare e promettono ordine e stabilità. La lezione analizza le connessioni tra questi movimenti, il ruolo dei social media nella mobilitazione politica, l’efficacia delle istituzioni democratiche e il quadro più ampio delle fragilità statali. Cosa raccontano queste proteste dell’evoluzione delle società africane? E come interpretare il ritorno della repressione e dell’autoritarismo in un continente giovane e in movimento?

• 23 ottobre – Medio Oriente e Africa: un asse strategico in via di consolidamento

con Maddalena Procopio (Senior Policy Fellow per il Programma Africa all’European Council on Foreign Relations – ECFR)

Negli ultimi anni, le relazioni tra Medio Oriente e Africa si sono intensificate in modo significativo, dando vita a un vero e proprio asse strategico. Potenze come Turchia, Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi hanno ampliato la loro influenza economica e politica nel continente, costruendo porti, infrastrutture, moschee e università, ma anche stringendo alleanze con governi e movimenti locali. Questa penetrazione non è solo economica o religiosa: si intreccia con strategie militari e geopolitiche che riguardano la sicurezza del Mar Rosso, il controllo dei flussi migratori e le dinamiche dei conflitti armati. La lezione esplorerà le logiche di questi nuovi investimenti, le alleanze transregionali e le tensioni latenti tra le potenze del Golfo e gli attori africani. Si cercherà inoltre di comprendere il significato di questa crescente interdipendenza e le sue implicazioni per l’equilibrio regionale.

• 30 ottobre – Cina e Russia in Africa: partnership strategiche e ambiguità geopolitiche

con Marco Di Liddo (Direttore e analista responsabile del Desk Africa e Russia e Caucaso presso il Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali)


Cina e Russia sono ormai presenze consolidate e influenti in Africa, ma con strategie profondamente diverse. Pechino ha costruito negli anni una fitta rete di relazioni economiche, attraverso prestiti, infrastrutture, zone economiche speciali e un linguaggio di “win-win cooperation” che spesso nasconde forme di dipendenza. Mosca, invece, privilegia un approccio più diretto e militare, fondato su accordi di sicurezza, forniture di armi e presenza di mercenari come il gruppo Wagner. Entrambe le potenze si presentano come alternative all’influenza occidentale, ma alimentano anche ambiguità, disuguaglianze e nuovi rischi di instabilità. Questa lezione metterà a confronto i due modelli, analizzando i settori di intervento, i Paesi strategici, le reazioni delle popolazioni locali e i dilemmi posti da queste presenze sul medio e lungo termine.

• 6 novembre – Sudan e Sud Sudan, la stabilità dell’instabilità: crisi intrecciate e riassetto regionale

con Sara de Simone (africanista, ricercatrice nel campo della cooperazione internazionale e della politica africana all’Università di Trento)

Sudan e Sud Sudan sono due esempi emblematici di come i processi di transizione possano generare nuove crisi invece di risolvere quelle preesistenti. Dopo la caduta del regime di al-Bashir, il Sudan è precipitato in un conflitto interno tra esercito e forze paramilitari, con gravi conseguenze per la popolazione e l’equilibrio regionale. Al contempo, il Sud Sudan, nato nel 2011 dopo una lunga guerra d’indipendenza, fatica a consolidare istituzioni stabili e a contenere violenze interetniche e rivalità politiche. La lezione esaminerà le radici storiche e culturali di questi conflitti, le interferenze delle potenze regionali e le difficoltà della diplomazia internazionale nel mediare tra attori frammentati. Una riflessione sulle crisi croniche e sul fragile equilibrio tra pace, sicurezza e sovranità statale.

• 13 novembre – Il cuore irrequieto e conteso del Corno d’Africa: Etiopia, Eritrea e la (in)stabilità regionale

con Uoldelul Chelati Dirar (saggista e professore di Storia e Istituzioni dell’Africa all’Università di Macerata)

Il Corno d’Africa rappresenta oggi uno dei quadranti più instabili e strategici dell’intero continente. Le rivalità tra Etiopia ed Eritrea, segnate da decenni di guerra, tregue e tensioni mai del tutto sopite, si intrecciano con crisi interne profonde, come quella etiope nel Tigray, che ha messo a dura prova l’unità del Paese e la tenuta dell’esperimento etno-federale. La lezione esplorerà le implicazioni regionali di questi conflitti, compresa la gestione delle risorse idriche del Nilo, e il ruolo che queste due nazioni giocano nell’equilibrio del Mar Rosso e nei rapporti con potenze globali. Si discuterà del peso delle identità etniche, delle ambizioni geopolitiche di Addis Abeba, della fragilità del sistema regionale e delle opportunità – ancora lontane – di una pace sostenibile.

• 20 novembre – Somalia, Gibuti e Mar Rosso: frontiere mobili, invisibili, ambite e rivendicate

con Luca Puddu Docente di Storia dell’Africa all’Università di Palermo e analista esperto di Corno d’Africa

Il Corno d’Africa è anche un crocevia strategico a livello marittimo e commerciale, e la Somalia e Gibuti ne sono due snodi essenziali. Gibuti è oggi il centro di una straordinaria concentrazione militare internazionale, mentre la Somalia, nonostante decenni di fragilità istituzionale, continua a essere oggetto di rivalità geopolitiche. La lezione analizzerà come questi due Paesi rappresentino, ciascuno a modo suo, il paradigma di “frontiere contese”: Gibuti, laboratorio di proiezione militare globale, e la Somalia, teatro di conflitti interni e sede di entità non riconosciute come il Somaliland. Verranno approfondite le implicazioni della militarizzazione del Mar Rosso, le dispute territoriali, i progetti portuali e logistici in corso, e l’ambiguo equilibrio tra riconoscimento statuale e realtà de facto.

• 27 novembre – Sahel e Africa occidentale: nuove faglie geopolitiche tra golpe militari, francofobia, jihadismo e alleanze regionali

con Luca Raineri (Ricercatore in studi di sicurezza, analista alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa)

Negli ultimi anni, il Sahel è diventato uno dei centri nevralgici della crisi africana, con colpi di Stato a catena in Mali, Burkina Faso e Niger, accompagnati da un rifiuto esplicito dell’influenza francese. La lezione esplorerà le radici storiche e politiche di questa rottura, analizzando l’emergere di nuove retoriche sovraniste, l’ascesa del jihadismo armato e il mutamento degli assetti regionali. Verranno analizzate anche le risposte internazionali, i fallimenti della presenza militare occidentale e la nascita di nuove coalizioni come l’Alleanza del Sahel. Quale sarà il futuro di questa vasta regione? E quale modello di governance potrà emergere dalle ceneri dei vecchi equilibri?

• 4 dicembre – Africa equatoriale: crisi dimenticate e nuove prospettive

con Jean Leonard Touadi (africanista, già deputato della Repubblica Italiana, consulente della Fao, docente di Geografia dello Sviluppo in Africa all’Università La Sapienza di Roma)


L’Africa equatoriale è spesso marginalizzata nel dibattito pubblico, ma è un’area centrale per la stabilità del continente. Ricca di risorse naturali, ma segnata da fragilità istituzionali, conflitti locali e interventi stranieri, questa regione merita un’attenzione nuova. La lezione si concentrerà su Paesi come la Repubblica Centrafricana, il Congo Brazzaville e la Repubblica Democratica del Congo, con un’attenzione particolare alla regione congolese del Kivu e le sue nazioni confinanti, evidenziando le dinamiche politiche, le crisi umanitarie, l’influenza di attori esterni – per esempio il ruolo del governo ruandese – e le potenzialità economiche inespresse. Un’analisi che propone di guardare oltre l’emergenza, per riflettere sulle vie possibili di sviluppo sostenibile e stabilizzazione.

• 11 dicembre – Sudafrica e dintorni: un polo in affanno in una regione in fermento

con Lucia Ragazzi (ricercatrice del Programma Africa di ISPI)

Il Sudafrica, un tempo simbolo di rinascita democratica, oggi appare segnato da forti contraddizioni: disuguaglianze, crisi energetica, corruzione politica, tensioni sociali. Eppure, resta un attore influente nel continente, anche grazie al suo peso economico e diplomatico. La lezione esaminerà il suo ruolo nell’Africa australe, in una regione dove altri Paesi – come Zambia, Zimbabwe, Mozambico e Angola – stanno attraversando trasformazioni significative. Dalla transizione post-Mugabe in Zimbabwe ai nuovi investimenti estrattivi e infrastrutturali in Angola e Mozambico, analizzeremo le traiettorie divergenti della regione, i fattori di continuità e cambiamento e il possibile riposizionamento del Sudafrica nel panorama geopolitico africano.

Ovunque si desideri: i partecipanti sono liberi di seguire il corso online in qualsiasi luogo non rumoroso dotato di buona connessione.

  • Per seguire le lezioni e interagire con il docente sarà sufficiente collegarsi al link inviato dall’organizzazione, tramite cellulare o pc (purché dotato di webcam).  
  • Le lezioni dureranno circa 90 minuti e saranno strutturate da una prima parte di esposizione del docente con slides (60 circa) seguita da discussione con i partecipanti (circa 30’).
  • In caso di assenze sarà possibile di recuperare i contenuti delle lezionieventualmente perse, in quanto ogni settimana verranno messe a disposizioni dei partecipanti le videoregistrazioni integrali (che saranno strettamente personali e non potranno essere cedute, condivise, pubblicate).
  • Su richiesta sarà rilasciato un certificato di frequenza del corso.

Le lezioni settimanali si terranno il giovedì, nella fascia oraria 18.30-20.00, a partire dal 9 ottobre e fino all’11 dicembre 2025, secondo il calendario indicato.

Il corso è pensato per giornalisti, insegnanti, studenti universitari, operatori della cooperazione, professionisti delle relazioni internazionali e per chiunque desideri comprendere meglio il ruolo dell’Africa nello scenario globale. Non sono richieste competenze pregresse specifiche: il linguaggio sarà accessibile ma rigoroso, con l’obiettivo di offrire strumenti critici e chiavi di lettura aggiornate a un pubblico curioso, attento e consapevole.

Per ogni necessità non esitare a contattarci: segreteria@internationalia.org o allo 068860492. Tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 09:00 alle 13:00.

QUOTA DI ISCRIZIONE:

  • Quota intera: 200 euro
  • Quota ridotta: 160 euro per abbonati Africa Social Club (abbonamento da attivarsi prima dell’iscrizione) e per gli studenti universitari.

Per usufruire delle riduzioni, scrivere a segreteria@africarivista.it