Tunisia, è crisi politica e istituzionale

di Enrico Casale

Il presidente tunisino Kais Saied ha annunciato ieri sera la sospensione dei lavori del Parlamento e le dimissioni dall’incarico del capo del governo Hichem Mechichi. La decisione è stata presa dopo una giornata di manifestazioni contro la dirigenza politica tunisina. 

Da mesi capo dello Stato e capo di governo si trovavano su fronti opposti e a più riprese il Paese ha vissuto momenti di aperto scontro istituzionale. Una situazione resa ancora più critica dall’acuirsi della crisi economica e nell’ultimo mese dall’aggravarsi degli effetti della pandemia anche sul fronte sanitario. 

Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa tunisina Tap, Saied ha preso le sue decisioni nel corso di una riunione d’emergenza con funzionari militari e della sicurezza. Decisioni che revocano l’immunità parlamentare e aprono le porte a un nuovo governo che dovrebbe essere designato da Saied.

“Un golpe contro la rivoluzione e contro la Costituzione”. Ha usato queste parole ieri sera il presidente del Parlamento e del movimento Ennahdha, Rached Ghannouchi, in reazione alla decisione del capo dello Stato Kais Saied di sospendere il parlamento e sciogliere il governo. Alle prime ore di questa mattina, secondo il quotidiano tunisino La Presse, Ghannouchi ha provato ad entrare nel Parlamento insieme ad atri deputati ma è stato respinto dai militari di guardia. “Riteniamo che le istituzioni siano ancora in piedi e che i sostenitori di Ennahdha e del popolo tunisino difenderanno la rivoluzione”, aveva detto in precedenza per telefono alla Reuters.

“Quello che sta facendo Kais Saied è un colpo di stato contro la rivoluzione e contro la costituzione, e i membri di Ennahdha e il popolo tunisino difenderanno la rivoluzione”, ha scritto Ennahdha in una dichiarazione comparsa sulla sua pagina Facebook.

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