Summit Russia-Africa: chi ha guadagnato di più

di Raffaele Masto

Chiuso il summit Russia-Africa a Sochi, non si può non constatare che l’ultima arrivata in Africa, cioè la Russia, si è già conquistata un posto di primo piano, non meno della Cina, delle vecchie potenze coloniali, dell’Europa intera, delle potenti monarchie del Golfo.

Basta guardare alcune delle conclusioni del summit. Intanto la Russia ha cancellato oltre venti miliardi di debito accumulati dai Paesi africani verso Mosca.

Poi sono stati conclusi una serie di accordi bilaterali che valgono ben oltre dieci miliardi di dollari. Si tratta di accordi che riguardano quasi tutti l’acquisto di armi russe da parte dei Paesi del continente. La Nigeria, per esempio, ha firmato un accordo con la Russia per l’acquisto di 12 elicotteri da combattimento. Sudafrica, Camerun, Eritrea hanno firmato impegni per l’acquisto degli stessi elicotteri ma anche di aerei, carrarmati e artiglieria pesante di produzione Russa.

Mosca – ha detto lo stesso Putin in una conferenza stampa – punta a vendere 4 miliardi di dollari in armamenti ai Paesi africani entro la fine del 2019 e ha aggiunto che l’interscambio commerciale con l’Africa raddoppierà nei prossimo quattro anni.

Altro grande capitolo è stato quello del rapporto tra Russia e Sudafrica, la potenza continentale. Naturalmente anche in questo caso il tema principale è stato quello degli armamenti. Russia e Sudafrica hanno valutato l’ipotesi di una produzione congiunta di armi, sistemi di allarme, tecnologia aeronautica e carri armati. Per sancire il progetto, Vladimir Putin ha inviato due bombardieri nucleari Tupolev Tu-160 in Sudafrica per una missione di addestramento gratuita a favore dei sudafricani. I due velivoli sono atterrati a Johannesburg nel giorno di apertura del summit.

L’industria degli armamenti, come si vede, è stata la grande protagonista, ma a Sochi c’è stato anche dell’altro. La Russia in particolare ha presentato campioni di macchine e prodotti avanzati dell’industria mineraria e chimica, dell’ingegneria dei trasporti, dell’energia, dell’elettronica. Si tratta di attrezzature che le imprese russe potranno impiegare per l’estrazione di minerali in Africa o per l’agricoltura intensiva in alcune delle grandi aree non coltivate del continente.

Armi o meno, però, la caratteristica di questo summit è stato il fatto che i vantaggi per l’Africa si realizzano grazie all’esportazione di materie prime, minerarie o agricole. Insomma si riproduce un modello che non produce sviluppo. Un caso è emblematico, quello dell’Etiopia, alla quale la Russia ha cancellato il debito. L’Etiopia esporta principalmente fiori e caffè in Russia, che vende a sua volta carburante, prodotti combustibili, veicoli e pezzi di ricambio all’Etiopia. Manufatti e armi in cambio di materie prime, ancora una volta.

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